Pubblicato il 05/09/2019, 19:03 | Scritto da Gabriele Gambini

Marisa e Gigi Passera: I nostri Diari della Forchetta sono un viaggio gastrosentimentale

Marisa e Gigi Passera: I nostri Diari della Forchetta sono un viaggio gastrosentimentale
A tu per tu con Marisa e Gigi Passera, che con i loro Diari della Forchetta approdano su Food Network da giovedì 5 settembre alle 22 per un efficace entertainment gastronomico.

Le sorelle Passera sono note come foodblogger, hanno pubblicato il libro Generi di conforto (TEA): Marisa è speaker radiofonica su Radio Deejay e conduttrice televisiva, Gigi è autrice televisiva

 

Sorelle Passera. Un cognome dalla prospettiva ornitologicamente risolta per due battitrici libere e spiritosissime, Marisa e Gigi, che dal loro blog virtuale di cucina arrivano sugli schermi di Food Network da giovedì 5 settembre alle 22.

I loro Diari della Forchetta – che con i rivoluzionari Diari della motocicletta vuol condividere le suggestioni itineranti senza propositi bellicosi – sono, dicono loro, un viaggio «Gastrosentimentale» tra i sapori nostrani: il club dei Brutti, il gruppo folk di Alberobello, le lavandaie della Tuscia, la balera dell’Ortica, gli sbandieratori Cavensi, le Mondine.

In ogni puntata un luogo, in ogni luogo una sfida con una comunità originale e vitale: le due sorelle si cimenteranno con le ricette locali sfidando persino i loro più degni rappresentanti.

Che cos’è per voi il cibo?

Marisa: Un linguaggio universale, lo parlano tutti, oltre a un mezzo per relazionarsi con una comunità. Nel programma cerchiamo anime affini alla nostra girando l’Italia alla scoperta di aggregazioni variopinte.

Da nord a sud il racconto delle comunità cambia?

Gigi: Sono maggiori i punti in comune, tra le diverse latitudini, che quelli differenti. C’è un senso fortissimo di appartenenza in ogni luogo d’Italia visitato: dalla Balera dell’Ortica a Milano, con le loro giovani rappresentanti, alle ultranovantenni di Alberobello. L’abbraccio con cui ci stringono dopo una puntata ha la medesima forza.

Che ne pensate dell’alta cucina elaborata?

Marisa: Stiamo parlando con te al telefono mentre siamo sdraiate sul letto di casa. Gigi ha appena messo nel letto suo figlio. Questo per dire che per noi il cibo è semplicità conviviale, non artificio scenico.

Gigi: Il cibo è il corrispettivo della carezza di una mamma. Le nostre ricette vorremmo fossero un conforto, una scintilla in più per attivare la giornata al meglio.

Dunque niente fregole da talent show nel vostro programma.

Marisa: Ho partecipato a Masterchef, l’esperienza è stata piacevole, ma in cucina facevo fatica. La mia lunghezza d’onda sui fornelli è diversa.

Che cosa vi avvicina a questa o a quella ricetta?

Gigi: La storia familiare che la rappresenta. Ogni piatto è la leva per indagare il passato di chi lo cucina e lo mangia.

Il vostro piatto della memoria?

Marisa: Lo strudel di nostra nonna. Apparteniamo a una famiglia di origine dalmata, cucinare i piatti della nonna è un modo per mantenere salde le tradizioni e il legame col nostro passato.

Gigi: Noi oggi lo cuciniamo con una forma meno sottile rispetto a quello della nonna. Non siamo brave come lei (ride, ndr).

Qualche piatto de I diari della forchetta che vi ha colpito?

Gigi: Le polpette di pane vecchio fatte ad Alberobello. Un piatto gustoso, preparato con gli avanzi, che insegna l’importanza di non sprecare gli alimenti. Poi ricordo bene la puntata in cui incontriamo queste orgogliose vecchiette che sono state mondine: ci hanno bacchettato mentre preparavamo i tortellini. Hanno un’energia e un vigore insospettabili a dispetto dell’età e della piccola statura.

Il vostro rapporto con i follower?

Gigi: nel 2014 abbiamo avuto la prima ondata di seguaci. Molti erano ascoltatori del programma radiofonico di Marisa. Poi, a poco a poco, le persone che ci seguono si sono caratterizzate sempre di più. Rispondiamo a tutti i messaggi, anche se io sono costretta durante il giorno a seguire migliaia di cartoni animati con mio figlio (ride, ndr).

Marisa: In questi giorni abbiamo ricevuto anche i commenti dei primi hater. Significa che stiamo diventando popolari.

Il vostro sogno professionale?

Marisa e Gigi: Aprire una casa di riposo per gourmet sul modello della casa di riposo per musicisti “Giuseppe Verdi” di Milano. Perché tutte queste buone forchette prima o poi invecchieranno e servirà qualcuno che si prenda cura di loro (ridono, ndr). Oppure aprire una catena di pollo fritto, siamo cintura nera di mangiate di pollo fritto. In realtà, scherzi a parte, abbiamo avuto tanto, lasciamo che sia la vita a sorprenderci.

Che cosa vi aspettate da I diari della forchetta?

Marisa e Gigi: Vorremmo che il pubblico dicesse di noi: «Io con quelle due andrei in vacanza perché, pur non scattandosi su instagram i selfie con la bocca a culo di gallina, sono molto simpatiche».

(nella foto le sorelle Passera)