Oggi in edicola: Mediaset e Vivendi se le danno di santa ragione
Mediaset-Vivendi, duello finale
Milano Finanza, pagina 8, di Andrea Montanari.
Il gruppo francese, azionista al 28,8% (ma oltre il 19% congelato in un trust), ieri ha presentato una richiesta al tribunale di Milano per ottenere un provvedimento urgente idoneo a tutelare il diritto di partecipare a votare, con le azioni intestate (il 9,99% dei diritti di voto). La mossa, attesa, non è detto che sia vincente. Perché finora i giudici hanno dato torto alla società di Vincent Bolloré, ora costretta a uscire allo scoperto annunciando che «all’assemblea del 4 settembre, intende votare contro la proposta di fusione di Mediaset con MFE, avendo valutato i diritti che sarebbero riconosciuti, o negati, agli azionisti di minoranza, e a Vivendi in particolare, dal proposto statuto della società di diritto olandese», si legge nel comunicato diramato ieri da Parigi.
Mediaset non riesce a liberarsi dei francesi
Libero, pagina 19, di Sandro Iacometti.
Se i francesi non dovessero riuscire a spuntarla in assemblea, l’alternativa sarebbe quella di ostacolare l’operazione esercitando il diritto di recesso. In questo caso Vivendi, forte del suo peso nel capitale sociale, farebbe saltare l’intero progetto visto che Mediaset ha fissato in 180 milioni di euro il limite massimo di esborso. La soluzione però è assai costosa. Per i francesi si tratterebbe di incassare una minusvalenza e di inserire a bilancio una perdita sulla partecipazione, acquistata a un prezzo medio di 3,7 euro ad azione (poi svalutata a 2,7 euro).
(Nella foto le sedi di Mediaset e Vivendi)