Pubblicato il 21/08/2019, 18:04 | Scritto da Andrea Amato

I dati del Tg1 in agosto vanno contestualizzati e non strumentalizzati

I dati del Tg1 in agosto vanno contestualizzati e non strumentalizzati
Il deputato Pd Michele Anzaldi, in piena crisi di Governo, spara contro il Tg1 in maniera faziosa. È evidente che pensa già a una futura lottizzazione.

Michele Anzaldi contro il Tg1

In piena crisi di Governo, il deputato Pd Michele Anzaldi non perde occasione per fare le sue sparate contro la Rai: ora che l’alleanza tra Lega e 5Stelle è crollata, si prepara evidentemente a rimettere le sue mani su viale Mazzini. Forte del ruolo centrale di Matteo Renzi, di cui è un fedelissimo, nell’ipotetico Governo di legislatura 5 Stelle, Pd e Leu.

Anzaldi questa volta ha attaccato i telegiornali Rai e in particolare il Tg1, reo di aver perso mezzo milione di spettatori rispetto alle prime due settimane di agosto 2018. Dati oggettivi, certo, ma Auditel va sempre analizzata secondo il contesto, altrimenti la discussione rimane sterile.

Le tragedie del 2018

L’anno scorso, purtroppo, l’Italia è stata stravolta da due immani tragedie nelle prime settimane di agosto: lo scoppio di una cisterna in autostrada a Bologna il 6 agosto e il crollo del Ponte Morandi il 14.

Come sempre, per eventi di questa portata, gli italiani per informarsi si affidano al telegiornale della prima rete Rai e infatti gli ascolti di un anno fa erano stati ben al di sopra della media stagionale.

Il recupero del Tg5

Un anno fa, poi, il Tg5 ha vissuto un’estate complicata a partire da giugno e luglio, quando Mediaset ha trasmesso in esclusiva in chiaro in Mondiali di Calcio in Russia, sacrificando come ovvio le edizioni del telegiornale di Clemente J. Mimun, che ci ha messo qualche mese per tornare alla sua media.

Altro elemento fondamentale da considerare nell’analisi è il preserale di Canale5, che quest’anno non ha chiuso per ferie, infatti Caduta Libera con Gerry Scotti è andato in onda tutta l’estate, trainando il Tg5.

Insomma, prima di fare esternazioni sulla tv di Stato, i politici dovrebbero essere più riflessivi. Oppure, ancora meglio, evitare di farle. Il nostro slogan è: «Giù le mani dalla Rai», e sia mai che il nuovo Governo ci dia retta.

 

@AndreaAAmato

 

(Nell’immagine il logo del Tg1)