Pubblicato il 01/07/2019, 17:04 | Scritto da Tiziana Leone

Paola Perego: Oggi mi sento una donna libera, orgogliosa del mio passato, appagata dal mio mestiere. Ma per anni ho avuto paura di me stessa

Domani in seconda serata su Rai1 torna Non disturbare, il programma in cui Paola Perego incontra diversi ospiti in una stanza d’albergo, per raccogliere le loro confidenze. E stavolta ci saranno anche gli uomini.

Dopo tanti spostamenti, prende il via domani in seconda serata su Rai1 Non disturbare, il programma della Stand by me in cui Paola Perego, nell’intimità di una camera d’albergo, incontra personaggi del mondo dello spettacolo, dello sport, della cultura, disposti a rivelarsi senza filtri. Lo scorso anno la conduttrice aveva accolto solo ospiti femminili, ma quest’anno ha scelto di allargare al mondo maschile. Nella “sua” stanza d’albergo si alterneranno così Elena Santarelli, Rita Dalla Chiesa, Sabrina Salerno, Marisela Federici, Serena Grandi, Paola Barale e Cristiano Malgioglio, Totò Schillaci, Giancarlo Magalli, Marco Masini, Pierluigi Diaco, Guglielmo Mariotto.

Finalmente il programma va in onda…

«Sono contenta della programmazione il martedì sera, perché mia figlia, che non guarda mai quello faccio, questo programma lo guarderà. Se fosse andato in onda di venerdì sarebbe uscita sicuramente, come fanno tutti i ragazzi».

Perché sua figlia non guarda quello che fa?

«Perché ha 26 anni e guarda programmi che piacciono a lei, non quelli che faccio io. La ritengo una cosa molto sana: avere una figlia che guarda quello che fa mammina mi inquieterebbe».

Perché ha aperto il programma anche agli uomini? 

«Lo scorso anno, dopo aver visto la trasmissione, mi ha chiamata Cristiano Malgioglio, voleva venire e essere intervistato: lì mi si è accesa la lampadina, ci è sembrata una buona idea».

E com’è il mondo maschile?

«Sicuramente più semplice, ma anche più chiuso ed ermetico. Gli uomini parlano meno volentieri dei loro sentimenti, sono meno abituati a confidarsi, tra donne se abbiamo un problema lo dobbiamo condividere con le amiche».

Chi si è aperto di più?

«Guglielmo Mariotto ha parlato senza freni inibitori di quello che era prima, del suo passato, si è commosso, ha riso, ha pianto, è stato molto intenso». 

E lei con lui?

«Per forza, perché non sono interviste, ma confronti, io per prima mi dimentico delle telecamere, mi metto in discussione, paragono le loro esperienze alle mie. Mi viene automatico».

Si fa fatica a credere che una professionista come lei si dimentichi delle telecamere…

«Lo giuro, è così. Perché non è un’intervista scritta, non devi ricordare un copione, ma è una chiacchiera vera. Neanche io me l’aspettavo».

E lei a chi si racconterebbe senza filtri in tv?

«Non lo so. Non mi è mai capitato, non me l’hanno chiesto, sicuramente a una persona brava a ascoltare. Non dico che mi piacerebbe farlo, ma dico che sicuramente oggi non avrei nessun problema a raccontarmi». 

Lo si capisce. E’ come se, anche nelle interviste, volesse mostrare la donna più che la conduttrice.

«Assolutamente è così. Perché con l’età impari a conoscerti, ad avere consapevolezza, a non dover piacere a tutti per forza, a non dover compiacere nessuno, è tutto più semplice. Io sono questa. E’ anche più facile fare le interviste: prima quando le rileggevo, non dicevo mai le cose che avrei voluto uscissero. Le facevo da conduttrice. Ora ho iniziato a dire quello che penso e provo»

Ha anche parlato degli attacchi di panico di cui soffriva, cose che un personaggio tv fa fatica a raccontare…

«In genere degli attacchi di panico ci si vergogna sempre, una volta l’ho detto al Maurizio Costanzo show e migliaia di persone mi hanno scritto. Chi lavora in tv non può essere triste, non può invecchiare, non può avere la cellulite, non può soffrire di ansia,  ma invece siamo comuni mortali. E  se la mia testimonianza può aiutare gli altri  lo faccio con immenso piacere». 

Cosa è stato più complesso con gli uomini rispetto alle donne durante le interviste di Non Disturbare?

 «Mi ha colpito il mio imbarazzo nel prendere in mano la biancheria intima degli uomini, io metto le mani solo nella valigia di mio marito, neanche più in quella di mio figlio. Ma a prendere in mano le mutande di Magali ero in imbarazzo. Lui no. Con le donne non mi è successo, c’è molta più confidenza, anche con il telefono».

Ecco il telefono: ai suoi ospiti, durante le chiacchierate sequestra i telefoni, ha scoperto segreti inconfessabili nel cellulari degli uomini?

«Quando prendi un telefono di un uomo pensi sempre che possa avere più segreti di una donna.  Ma ho scoperto segreti sia per gli uomini che per le donne, ovviamente non li dirò mai. Ma in qualsiasi telefono di qualunque persona credo si trovino segreti. Lì dentro ci sono le nostre vite».

Affiderebbe il suo telefono a qualcuno?

«Mai. A parte mio marito e i miei figli».

Come riesce a entrare così in confidenza con le persone?

«Mi metto in ascolto, sono molto curiosa, mi piace ascoltare le storie delle vite degli altri e credo che le persone abbiano bisogno di essere ascoltate. Non giudico mai, mi metto sempre al loro livello, non chiedo mai nulla di lavoro perché sono personaggi di cui si sa tutto,  parliamo della vita, di emozioni, paure, come erano da bambini».

E le sue paure quali sono?

«Ho sempre paura per gli altri, per i figli, per  mio nipote, per la  salute, vorrei che tutti fossero felici. Non ho grandi grandi paure, molte le ho superate . Quando mia figlia mi ha affidato mio nipote per un weekend ho sentito il peso della responsabilità. Pensavo che mia madre esagerasse quando ha avuto i nipoti, invece aveva ragione lei, sono totalmente succube di mio nipote».

Cosa le hanno insegnato i suoi genitori?

«L’onesta e la libertà. I miei genitori mi hanno sempre lasciata molto libera, dandomi molta fiducia, facendomi fare molte esperienze che mi hanno aiutata a crescere».

Contenti della sua carriera?

«Sì ma non sono mai stati invasivi, non mi hanno mai spinto verso questa strada, ma nemmeno ostacolata. Sempre con la testa sulle spalle».

«E lei è soddisfatta del suo percorso professionale? 

«Io non l’ho scelto, avevo bisogno di lavorare e mi ci sono ritrovato a 16 anni: venivo dalla provincia mi sono ritrovata a Milano nella moda,  era un mondo di extraterrestri. Ero timida, mi sentivo fuori luogo, è stata una fatica, ma mi dicevo che finché non avessi trovato un lavoro serio avrei continuato. Ed eccomi qua». 

Orgogliosa di se stessa?

«Oggi sì. Prima non mi piacevo»

Prima quando era?

«Dieci anni fa»

Non sono molti

«Sono pochi, ma il percorso di conoscenza è lungo e faticoso, non è una cosa che fai dalla sera alla mattina. Oggi  sono molto orgogliosa e mi piaccio molto come persona». 

Pensa che il mondo dello spettacolo abbia influito in questo suo lungo percorso. Se avesse fatto un mestiere meno esposto sarebbe arrivata prima a questa consapevolezza?

«Non so,  non riesco a immaginarmi in un altro ruolo. Ma se impari a fingere con te stessa lo fai a prescindere dal lavoro, io ero bravissima a mentirmi. Quando vivi con una persona che non conosci, te stessa, hai paura quando poi impari a conoscerla. Ma è una delle tante paure che ho superato».

Grazie a un percorso di analisi. Molti ancora sono convinti che dallo psicologo ci vadano solo i matti

 «Alcuni pensano che sei pazza o malata. Mi dessero della pazza, io sto tanto bene così».

Per sapere, ma Superbrain tornerà l’anno prossimo?

«A me scade il contratto con la Rai a settembre e non l’ho ancora rinnovato. Non ne ho la più pallida idea». 

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto Paola Perego)