Pubblicato il 10/06/2019, 16:35 | Scritto da Andrea Amato
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Realiti: Lucci avrebbe dovuto fermare lo show e raccontare la storia di Falcone e Borsellino

Realiti: Lucci avrebbe dovuto fermare lo show e raccontare la storia di Falcone e Borsellino
La Rai ha aperto un’istruttoria sul programma di Rai2, dopo le sconcertanti frasi pronunciate sui magistrati, uccisi nel 1992 dalla mafia, da parte di un cantante neomelodico siciliano.

Realiti è stato spostato in seconda serata

Che peccato quando per sciatteria si commettono errori così grossolani da inficiare un lavoro molto più complesso. Mi riferisco alla brutta figura di Realiti, programma di Enrico Lucci andato in onda su Rai2, dove il cantante neomelodico siciliano Leonardo Zappalà, 19 anni, in arte Scarface, parlando di Falcone e Borsellino ha detto: «Queste persone che hanno fatto queste scelte di vita le sanno le conseguenze. Come ci piace il dolce ci deve piacere anche l’amaro».

Allucinante, tanto più che Lucci ha paternamente chiuso, invitando l’ospite a «studiare la storia». Un po’ pochino. Un 19enne per età non ha ovviamente vissuto i terribili primi anni Novanta, e quindi non basta invitarlo a studiare la storia, bisognerebbe sbattergliela in faccia, perché questo è il ruolo del servizio pubblico Rai.

Intervenire in diretta

Lucci avrebbe dovuto calcare la mano, ricordargli che Borsellino e Falcone sono due eroi italiani, due martiri che hanno dato la vita al nostro Paese, per combattere un male endemico non ancora guarito, quello stesso male che quel diciannovenne ama elogiare nelle sue canzoni, come se fosse la trama di una serie tv crime.

Lucci avrebbe dovuto stravolgere la scaletta, interrompere lo svolgimento leggero del suo programma e investire alcuni minuti per spiegare a quel ragazzino ignorante che non si tratta di dolce o di amaro, ma di tritolo e morte.

Già, il tritolo, soprannome utilizzato dall’altro cantante catanese ospite della trasmissione in un’intervista video, Niko Pandetta, che si fa scrivere le canzoni dallo zio Turi Cappello, condannato all’ergastolo in regime di 41 Bis (carcere duro), per delitti di mafia.

Lucci, una volta pestata quella colossale boascia, invitando a spese della Rai quei un ragazzino ignorante, avrebbe dovuto cercare di recuperare, almeno per salvare la faccia e la dignità della tv di Stato. Ma soprattutto per non infangare, per l’ennesima volta, la memoria delle vittime.

In viale Mazzini hanno aperto un’istruttoria per ricostruire tutti i passaggi della vicenda, ma a volte basterebbe un po’ meno sciatteria nel fare le cose e pensare che forse il nipote di un ergastolano mafioso non sia l’ospite migliore da avere in video. E che se non si è capaci a gestire gli imprevisti della diretta, forse, i programmi è meglio registrarli e poi editarli. Peccato.

 

Twitter@AndreaAAmato

 

(Nella foto Realiti)