Pubblicato il 27/05/2019, 19:01 | Scritto da Gabriele Gambini

Pietro Turano: Mi ha colpito un messaggio di coming out di uno spettatore di Skam

Pietro Turano: “Da anni mi occupo di tematiche LGBT, in Italia sono stati fatti passi avanti, ma c’è ancora tanto da lavorare”

 

Skam Italia si aggiudica la prima edizione del Series Con di Milano. La serie TimVision strappa il Golden Couch Award, il premio del pubblico attraverso il voto online, mostrando le potenzialità per cui è nata, su modello dell’originale norvegese.

Nella seconda stagione, Pietro Turano è Filippo Sava, fratello di Eleonora, personaggio chiave per esplorare l’evoluzione del protagonista Martino verso tematiche che riguardano l’omosesualità, l’universo LGBT, il coming out giovanile.

Skam giunge alla terza stagione. Come si è evoluto Filippo?

La sua evoluzione mi è arrivata alla mente chiara e limpida durante una sorta di blocco che ho vissuto tra una stagione e l’altra. Cercavo spunti per rendere il mio personaggio completo, non soltanto funzionale al racconto di Martino, ma denso di un’umanità autonoma. Ci siamo riusciti.

Ti riferisci a qualche momento in particolare?

Quando dovevo fornire stimoli nuovi a Martino partendo dalle caratteristiche di Filippo. Ho cercato una verità profondamente radicata in me, frutto anche di esperienze vissute.

Filippo ti assomiglia in qualche modo?

Filippo è schietto, cinico all’occorrenza, ricco di venature ironiche. Mi riconosco in alcuni suoi tratti. Ma lui è molto meno noioso di me.

La seconda stagione di Skam, come nell’obiettivo dichiarato della serie, racconta tematiche molto vicine agli adolescenti. In particolar modo, quella del coming out, senza usufruire di filtri di parte.

Mi ha colpito un particolare: dopo la seconda stagione, mi sono arrivati molti messaggi di coetanei decisi a raccontarmi il loro percorso verso il coming out. Uno di essi era molto dettagliato, ricco di vita vissuta. Lo conservo come esempio.

Gabriele Gambini

(nella foto Pietro Turano)