Pubblicato il 06/05/2019, 14:05 | Scritto da Tiziana Leone

Stipendi Rai: dimezziamo quelli degli artisti, così inquadrano Bolle solo di profilo e a Conti lasciano scadere il contratto

La questione degli stipendi degli artisti affonda le radici nella storia della Rai. Da Carlo Conti, a Paolo Bonolis, da Antonella Clerici a Bruno Vespa: a ciascuno il suo cachet e la sua polemica

In Rai è sempre questione di stipendi. Dalla notte dei tempi. Tagliato quello dei dirigenti, con il tetto massimo a 250 mila euro, ora si passa a quello degli artisti, che non è esattamente la stessa cosa. Perché gli artisti, in quanto tali, viaggiano su altre cifre e non perché siano geni della scienza, ma perché il mercato vuole così. Funziona nel calcio, dove nessuno si sogna di tagliare lo stipendio milionario di Cristiano Ronaldo, anche se non ha portato a casa la Champions, e funziona così nello spettacolo, perché la tv fa girare un sacco di soldi, non solo quelli pagati dal canone, ma anche quelli generati dalla pubblicità. E non mi risulta che la Rai, tv di Stato, sia orfana di consigli per gli acquisti.

Gli sponsor

Ci sono gli sponsor, le case di produzione, gli agenti che poi piazzano i propri assistiti non solo nei programmi, ma nelle convention, negli spettacoli, a teatro, ovunque ci sia bisogno di un Vip, loro ci sono. Tutti, dietro compenso. Anche per i cantanti funziona così, non è che Laura Pausini o Biagio Antonacci, pur essendo in super promozione, vadano ospiti nei programmi per amore di patria, ma forse perché attratti dalla vil pecunia, visto che un’ospitata in tv porta promozione e la promozione aiuta a vendere i dischi e a comprare i biglietti per i concerti, e quindi a incassare. E questo non vale solo per Laura e Biagio, ma anche per tutto il resto del nostro parco cantanti. Perché funziona così.

I compensi per le ospitate

Solo Maria De Filippi nel 2017 ha rinunciato al suo cachet per condurre il Festival di Sanremo insieme a Carlo Conti, una questione di convenienza, di opportunità e anche di eleganza, ma nessuno dopo di lei è passato alla gloria per lo stesso motivo. E perché dovrebbero? Tagliare il compenso a Fazio Fazio, che comunque ha firmato un contratto perché l’allora direttore generale della Rai, Mario Orfeo gliel’ha proposto (ecco, magari qualcuno potrebbe anche pensare di andare a chiedere conto a lui, visto che ora è presidente di Rai Way), cambierebbe poi anche la politica dei compensi per le ospitate?

C’è poi da ricordare che Carlo Conti ha il suo contratto in scadenza a giugno con la Rai, certamente lo rinnoverà, ma a quale cifra? Il vicepremier  della Lega Matteo Salvini chiederà conto anche di questo all’ad della Rai Fabrizio Salini? E Antonella Clerici, che ha un contratto con la Rai per due anni, ma al momento non sembra avere grandi impegni per la prossima stagione, che fa, si deve autosospendere dallo stipendio?

E poi che si fa con Roberto Bolle, lo si inquadra solo di profilo, perché gli addominali poi ci costano troppo? Che i cachet dei nostri volti televisivi possano subire ritocchi, in certi casi, potrebbe anche essere una politica, ma lascia quanto meno stupiti che a fare la predica dal pulpito della meritocrazia sia proprio la politica, con tutti i suoi vitalizi e tutte le sue poltrone occupate in quella Rai di cui tanto sparla.

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto Carlo Conti)