Pubblicato il 03/04/2019, 17:03 | Scritto da Tiziana Leone
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Marco Risi: Dieci anni erano necessari. Chiunque avesse fatto un film sull’Aquila prima sarebbe sembrato uno sciacallo

Marco Risi che ha avuto l’onere e l’onore di girare L’Aquila – Grandi speranze, la prima serie Rai sul terremoto che dieci anni fa uccise oltre trecento persone e distrusse una città

Girata in quattro mesi, la serie, al via martedì 16 aprile su Raiuno, diretta da Marco Risi, racconta le vite degli aquilani un anno e mezzo dopo il terremoto, dal punto di vista degli adulti e da quello di un gruppo di adolescenti, in una realtà che tutti vorrebbero cambiare.  Silvia e Franco (Donatella Finocchiaro e Giorgio Marchesi) cercano ancora la propria bambina scomparsa nel nulla in quella tragica notte, Gianni ed Elena (Giorgio Tirabassi e Valentina Lodovini) sfidano la solitudine e rientrano nella loro casa al centro di una città abitata solo da fantasmi, i tredicenni Simone e Davide (Gabriele Fiore e Andrea Pittorino) varcano quotidianamente la zona rossa diventata un parco proibito da difendere dalle bande rivali. Vite parallele che scorrono sullo sfondo di una città, dove nulla è più come prima. Nella finzione, come nella realtà.  

La solitudine degli abitanti

È nelle parole di Luca Chiappini, un ragazzo di quattordici anni scelto da Risi per interpretare uno degli adolescenti che emerge il senso di solitudine di un ex bambino, che nella notte del terremoto è stato trascinato fuori casa dal nonno. «Dormivo e mio nonno mi ha preso di corsa dicendomi di non preoccuparmi, che c’era tanto vento e dovevamo uscire. Sono rimasto con l’idea che non era stata una tragedia, finché non sono cresciuto.

Fino alle 3.32 del 6 aprile l’Aquila era una città felice dove tutti andavano in piazza o al mercato, dove avevi qualcuno con cui confidarti, ora non c’è più ed è una cosa che mi da molto dispiacere». Tanti racconti di chi quella notte c’era sono entrati nella sceneggiatura, scritta da Stefano Grasso, anche se tanto è stato lasciato alla finzione. Per Risi girare all’Aquila, nella zona rossa, è stato rischioso, ma doveroso, come racconta lui stesso in questa intervista a TvZoom.

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Tiziana Leone

 

(Nella foto Marco Risi)