Pubblicato il 27/03/2019, 17:04 | Scritto da Tiziana Leone

Marco D’Amore: Mi manca interpretare Ciro, ma dirigere Gomorra è una vittoria

La quarta stagione di Gomorra non sarà l’ultima, gli autori sono già al lavoro per la scrittura della quinta. Ora che Ciro è morto, Genny Savastano dovrà fare tutto da solo

Invece che sparare e spacciare droga nei rioni di Napoli, nella quarta stagione di Gomorra, al via su Sky Atlantic venerdì, Genny Savastano (Salvatore Esposito)  entra nei palazzi dell’alta finanza e della politica, là dove si fanno gli affari e girano i soldi, per fare un salto di qualità che passa anche attraverso il giro di rifiuti tossici.

«Questa quarta stagione è politica e economica – garantisce Roberto Saviano, dal cui libro è stata tratta l’intera serie – Racconta come tutto sia compromesso e mediazione. Emerge l’Italia come il Venezuela d’Europa. Una stagione che ha un passo diverso. C’è la terra dei fuochi. Emerge la differenza tra chi vuole tutto e subito (le paranze) e chi capisce come il potere ha bisogno di tempo, bisogna imparare a gestirlo. Emerge un racconto che non ha paura di affrontare i temi di un Paese come il nostro al collasso contro la narrazione prevalente. Questa serie deve intrattenere, ma anche raccontare il nostro tempo. Se non ammazzi verrai ucciso, se ti fidi verrai imbrogliato, se non fotti verrai fottuto: questa è Gomorra».

La quarte ultima serie

E non basterà la quarta serie per mettere la parola fine.«Stiamo già scrivendo la quinta – garantisce Riccardo Tozzi produttore con Cattleya – Abbiamo un’idea davvero forte». Ma dopo aver “ucciso” Ciro l’immortale, Gomorra deve trovare davvero un’idea forte per rinascere dalle ceneri di un personaggio che in molti speravano fosse invece ancora vivo.

Ma Ciro è morto e l’attore che gli dava il volto, Marco D’Amore, è passato dietro la macchina da presa a dirigere gli episodi cinque e sei di questa quarta stagione. Ma interpretare Ciro gli è mancato, come lui stesso confessa in questa intervista a TvZoom.

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Tiziana Leone

 

(Nella foto Marco D’Amore)