Pubblicato il 18/03/2019, 16:32 | Scritto da Andrea Amato
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Ora o Rai più! TvZoom supporta l’appello del Fatto Quotidiano per una riforma della tv di Stato

Ora o Rai più! TvZoom supporta l’appello del Fatto Quotidiano per una riforma della tv di Stato
Non possiamo più aspettare: viale Mazzini ha bisogno di liberarsi, una volta per tutte, dal giogo della politica, altrimenti si perderanno tutte le sfide del futuro. Partecipate anche voi a questo fondamentale dibattito, che riguarda quella che dovrebbe essere la prima azienda culturale italiana. E non una prateria in balia delle scorribande dei partiti politici.

Partecipa con TvZoom alla battaglia per la riforma della Rai

«Ora o Rai più», così titolava qualche giorno fa Il Fatto Quotidiano in un editoriale di Marco Travaglio. Obiettivo: provare, stavolta per davvero, a liberare la Rai dalla politica. Mai come in questo momento se ne sente urgente l’esigenza. Una politica impazzita, che ogni due anni cambia volto e leader, mandando in soffitta quelli che fino a pochi mesi prima sembravano guide indiscusse.

Una società civile sempre più frammentata, alla quale non è più possibile imporre un pensiero unico, ma neanche un pensiero spartito per canali e reti televisive.

E, infine, una Rai che per la prima volta, dopo decenni e frustrazioni, ha un piano industriale, perfettibile, ma almeno ambizioso, che sembra avere come missione quella di far funzionare la tv di Stato, evitare gli sprechi, abbattere feudi e potentati. In più, un movimento d’opinione nato dall’uscita del libro di Carlo Verdelli (Roma non perdona. Come la politica si ripresa la Rai, Feltrinelli), che racconta come gli sforzi della dirigenza di Antonio Campo Dall’Orto furono frustrati dalla politica, umiliati e rispediti al mittente.

È il momento di cambiare

Tutto questo accade in un momento in cui al Governo ci sono due partiti che hanno promesso di mandar via la politica dalla Rai. Ma, aldilà della politica, la questione è che nessuno in Rai, né Campo dall’Orto, né Mario Orfeo,Fabrizio Salini, ma neanche Reed Hastings (numero uno di Netflix), per dire, potrebbe resistere alle pressioni politiche, che ufficialmente e segretamente avvengono su tutto: programmi, personaggi, ospiti, battute, nomine probabili, possibili, ipotetiche, persino piani industriali.

Immaginate cosa può accadere al telefono di un Direttore generale, di un Amministratore Delegato, di un Presidente o di un direttore di rete, bersagliato di continuo da minacciosi suggerimenti.

La politica ha un controllo totale

Come può un’azienda che ha costantemente la pistola puntata alla tempia dalla politica avere un futuro sano? Come dice Verdelli nel suo libro, basterebbe la durata triennale del mandato del capo azienda per capire l’impossibilità dell’impresa.

Come può la prima azienda culturale italiana avere un andamento sano, quando il numero uno è nominato dal Governo, controllato internamente da un Consiglio di amministrazione, nominato dai partiti, e controllato esternamente da una Commissione di vigilanza parlamentare, che convoca un direttore di rete per chiedergli conto delle scelte di palinsesto (vi consiglio di guardare su YouTube l’audizione di Carlo Freccero, direttore di Rai2)? Di quale indipendenza stiamo parlando? Non prendiamoci in giro.

La battaglia di TvZoom

Da anni TvZoom si batte per una rivoluzione della tv di Stato, al passo con i tempi, che metta il servizio pubblico al centro, utilizzando linguaggi moderni e che sia proiettata verso il futuro. Su questo giornale Mario Maffucci, una vita passata in viale Mazzini, aveva lanciato sette anni fa l’ipotesi di riformare il sistema dell’informazione Rai, progetto raccolto da Luigi Gubitosi (allora direttore generale nominato dal Governo Monti), e poi affossato dal Palazzo, che nel frattempo aveva cambiato, tanto per cambiare, inquilino.

Ed è per questo che oggi abbracciamo la proposta del Fatto Quotidiano per una riforma della Rai: Marco Travaglio parla di una Fondazione, perché no.

Qui lanciamo la sfida, raccoglieremo proposte e sentiremo opinioni, firme e anche critiche. Sicuri di una cosa: ora o Rai più!

 

Twitter@AndreAAmato

 

(Nella foto la sede Rai di viale Mazzini)