Pubblicato il 05/03/2019, 19:03 | Scritto da Gabriele Gambini

Vincenzo Venuto: La mia cifra non cambia, anche con Melaverde racconto la natura

Vincenzo Venuto: La mia cifra non cambia, anche con Melaverde racconto la natura
Il biologo e divulgatore scientifico conduce Melaverde su Canale 5 a fianco di Ellen Hidding, sostituendo Edoardo Raspelli. A TvZoom ha raccontato la sua esperienza, non scordando di rievocare alcuni episodi dei suoi viaggi più avventurosi del passato.

Vincenzo Venuto: “Nei miei viaggi avventurosi in giro per il mondo sono stato a contatto con animali pericolosi, ma chi mi ha creato davvero problemi è stata una zecca”

Abituato a sguazzare nella natura selvaggia con programmi al cui confronto Indiana Jones apparirebbe come un impiegato del catasto, per Vincenzo Venuto prendere il timone di Melaverde potrebbe sembrare semplice come scalare la montagnetta di San Siro.

«Ma il raffronto non avrebbe senso. Melaverde è un programma del tutto diverso, un marchio storico di Mediaset, di sicuro più rilassante da condurre rispetto a un’incursione nella savana africana, e però sorprendente», dice il biologo milanese, dal 3 marzo alla conduzione del format di Canale 5 a fianco di Ellen Hidding e al posto di Edoardo Raspelli (che non ha fatto mancare rimostranze per la sostituzione coi dirigenti del Biscione).

È la cifra di Venuto a non cambiare. Il divulgatore scientifico affabula con la dovizia di particolari con cui racconta il rapporto coi territori. Sia che si tratti – come accaduto in passato – di parlare delle capacità cognitive dei pappagalli («Ho presentato una tesi di laurea sull’argomento, sono tra gli animali più intelligenti in natura, in grado di avere reazioni umane e notevoli capacità di riealaborazione del pensiero»), sia, come fa di questi tempi, quando si tratti di raccontare le eccellenze alimentari di una regione.

Melaverde sulle prime le sarà parso un programma più riposante rispetto ai suoi standard.

I miei standard prevedono l’avventura con pochi fronzoli e molto spirito. Qui si tratta di una produzione televisiva con tutti i crismi, con i suoi tempi, in cui mi inserisco cercando di portare la mia esperienza di divulgatore.

Sostituisce Edoardo Raspelli. Che cosa porta in dote, come tratto distintivo?

Sono meno focalizzato sull’aspetto gastronomico, per quanto, all’atto pratico, in cucina me la cavi molto bene (ride, ndr). Mi affascina però il racconto del territorio e, in una trasmissione come Melaverde, raccontare il territorio significa parlare con le persone che lo vivono, scoprire i loro segreti, facendo da trait d’union tra il loro lavoro e il pubblico. Con un ritmo giocoso, senza prendermi troppo sul serio.

Che cosa l’ha sorpresa di Melaverde?

La cura del dettaglio. Le inquadrature, il modo di trattare le immagini sul posto. Quando me ne vado in giro per l’Africa o il Sud America con un operatore e un fonico, ho meno tempo di pensare a questi aspetti in modo approfondito.

Si parla molto di cibo a chilometro zero e di eccellenze del territorio. Vincenzo Venuto segue criteri alimentari rigorosi?

Molto meno rigorosi di quanto si possa immaginare. Spesso ho poco tempo e ho dei figli da sfamare. Vado all’alimentari sotto casa. Ma cerco di prestare attenzione a che cosa mangio, senza troppe fissazioni mentali.

Nei suoi viaggi più avventurosi però, ne avrà mangiate di stranezze…

In Africa si mangia principalmente riso, carne e pesce. Non molto diverso da qui. In Sudafrica un piatto tipico è la polenta bianca. Ma in alcune culture le stranezze non mancano. Ho mangiato gli insetti, che in futuro costituiranno una riserva proteica a basso costo e a basso impatto. In Amazzonia c’è un particolare cocco che contiene tre o quattro vermetti commestibili. Quando ti ritrovi nella foresta, è un frutto salvavita.

Le è capitato di vedersela brutta in passato?

In Sudafrica non mi stavo accorgendo che uno squalo tigre stava mostrando un po’ troppo interesse nei miei riguardi. Ma il pericolo più grosso l’ho corso da un lato per il morso di una zecca. Dall’altro, in Sicilia, quando mi morse un ghiro: accompagnavo alcuni ricercatori a studiare i piccoli mammiferi, trovammo il ghiro, lo presi in braccio, quando lo mollai mi morse. A volte i pericoli sono più vicini a noi di quanto si possa immaginare.

Come è cambiata la divulgazione scientifica nella tv di oggi?

Ci sono produzioni ad alto budget che trovo eccellenti. Alberto Angela in Rai è un esempio di questo. Trovo faccia un lavoro incredibilmente accurato dimostrando come un documentario, se fatto bene, sia un prodotto che funziona. Focus manda in onda programmi interessanti. Purtroppo però gli spazi per la divulgazione e la documentaristica nella tv di oggi si sono notevolmente ridotti.

 

Gabriele Gambini

 

(Nella foto Vincenzo Venuto)