Pubblicato il 04/03/2019, 19:03 | Scritto da Gabriele Gambini

Nina Zilli: Ecco DreamCity, il libro dei miei sogni, che funziona come la tv on demand

Nina Zilli: “Dream City è una città immaginaria in cui ho condensato le mie passioni di sempre, dalla musica alla cultura pop”

 

Una città immaginaria, suddivisa in quartieri cardine che corrispondono a cervello, cuore, fegato e pancia e che avrebbero fatto felice la fisiologia di Galeno, Dream City è il progetto cartaceo di Nina Zilli edito da Rizzoli in un volume di 190 pagine: un po’ graphic novel con disegni realizzati ad hoc dalla cantante, un po’ itinerario narrativo di una personale estetica libertaria e post-moderna capace di condensare batticuore adolescenziale, passioni sportive, idoli musicali, tanti colori. Un compendio di ciò che Nina Zilli è stata e ciò che è oggi sotto forma di allegoria.

IL LIBRO

Ogni sezione del libro corrisponde a una sezione della città, ogni sezione della città a una parte del corpo, ogni parte del corpo a un modo di interpretare un sogno e il desiderio di realizzarlo. Dream City è corredato di immagini e di piccole storie a esse abbinate, ed è dedicato «A tutte le persone che rincorrono i propri sogni, a cominciare dalle amazzoni metropolitane».

Le amazzoni metropolitane sarebbero, manco a dirlo, le donne che costruiscono un percorso di autoaffermazione. Un po’ come Nina Zilli, che nel libro racconta di quando, durante un tema in classe ai tempi della scuola, di fronte alla classica domanda sull’epoca del passato che avrebbe voluto rivivere, rispose: «Il ’68».

La risposta giustifica buona parte dei contenuti: Dream City è una città che ha come sindaco Malcolm X, in cui l’Ultima Cena è disegnata con (tra gli altri) Beethoven seduto al tavolo con un Jim Morrison travestito da Prince. Il caravanserraglio dei riferimenti sociali e musicali della cantante.

C’è spazio anche per l’universo più nerd, con Wonder Woman e Cat Woman, vengono citati Einstein, Gene Wilder e Stanley Kubrick, si immaginano viaggi da Milano a Bali in Vespa. Si cerca l’Erba Voglio, si vagheggia un’Utopia in cui i calzini escano dalla lavatrice incredibilmente appaiati. Su ogni pagina è suggerita una canzone per approcciarsi alla lettura, in una sorta di tracklist.

Avendo la cantante frequentato anche la televisione, DreamCity non può non annoverare una pagina dedicata all’emittente onirica della città immaginaria: «Una televisione dove regna l’on-demand, in cui la colonna sonora è scritta dalle improvvisazioni jazz di Nina Simone». Un modo per dire che i sogni non hanno un palinsesto predefinito.

Gabriele Gambini

(nella foto Nina Zilli)