Pubblicato il 20/02/2019, 19:03 | Scritto da Gabriele Gambini

Davide Camicioli: In Formula 1 Leclerc sarà una grande sorpresa

Su TV8, ai 21 Gran Premi di Formula 1, di cui 5 live, e ai 19 GP del MotoMondiale, di cui 6 live, si aggiungono i 13 round della World SBK (si parte il 23 febbraio), tutti in diretta. In più, anticipazioni, approfondimenti, documentari, monografie e studi dedicati al MotoMondiale, condotti da Davide Camicioli

Davide Camicioli tiene il piede in due scarpe. Ma sono scarpe da running. Il giornalista di TV8 e Sky, tra i narratori della stagione motoristica ai blocchi di partenza, si sta preparando per presentare gli approfondimenti, gli studi e le dirette del Motomondiale.

Ma si sta allenando anche per gareggiare da atleta all’Ironman 70.3 in Austria. «È una delle mie fortune: posso raccontare la vita degli atleti essendo a mia volta un atleta, seppur dilettante».

Davide Camicioli è fortunato. Nato con la camicia. Altrimenti non si chiamerebbe Camicioli. E però la fortuna richiede un pegno: «La mia vita è scandita da ritmi serrati. Mi sveglio alle 6.30. Mi alleno. Lavoro tutto il giorno. Osservo un’alimentazione studiata. Rinuncio per ora a farmi una famiglia. Ma non potrei vivere diversamente, le passioni, professionali e sportive, nascono irrazionali fin da quando sei un bambino. Sovrapporre due passioni e farne di una un mestiere è una gratificazione immensa».

Partiamo dalla Formula 1. Prevede sorprese?

Tra i piloti, sono curioso di vedere Leclerc. Potrebbe costituire una sorpresa incredibile. Il grande campione lo si vede nei momenti di pressione, Hamilton è un esempio. Mi dicono che Leclerc sia un talento straordinario, capace di dominare la tensione. Vedremo. Le vere gerarchie le determinerà la pista, ma il sogno è riportare il Mondiale a Maranello.

Non sarà soltanto una sfida a due tra Mercedes e Ferrari.

Redbull è pronta a dire la sua. A Londra hanno un mago che disegna le macchine. Il motore Honda potrebbe costituire un valore aggiunto, anche se Alonso era stato critico nei confronti delle prestazioni. Sarà una stagione densa di sorpassi e di incertezze. Il sale della Formula 1.

Poi c’è Alfa Romeo.

Saranno amati. Raikkonen è ben voluto dai fan. Giovinazzi può fare bene. Potranno piazzarsi in buone posizioni. Finalmente tornano in gara anche piloti italiani competitivi.

C’è chi dice che la Formula 1 di oggi sia più noiosa rispetto al passato.

Chi lo dice non ha mai visto un Mondiale contemporaneo. All’epoca di Schumacher, i distacchi erano molto più netti di oggi. Quest’anno, ribadisco, avremo sorpassi, incertezze, tante sfide al cardiopalma.

Il pilota che l’ha appassionata di più nella storia?

Gilles Villeneuve. Mio padre ne era un grande tifoso, ho imparato ad amarlo fin da piccolo. Ho avuto la fortuna di conoscere il figlio. Un’altra leggenda era Niki Lauda, spesso vado a rivedermi i filmati delle sue gare. Alcune leggende si costruiscono guadagnandosi l’immortalità su pista. Ma ci sono anche leggende viventi: Hamilton e Vettel già lo sono.

Il pilota incompiuto?

Ivan Capelli. Un talento straordinario. Sfortunato a essere capitato in Ferrari in un periodo di scarsa competitività della vettura.

Parte anche il Motomondiale.

Nella MotoGp, Honda parte col favore del pronostico. Hanno un dream team. Già in Qatar, gli ingredienti per assistere a una bella battaglia ci sono tutti. Valentino Rossi è il Peter Pan delle moto, si diverte e rincorre il sogno del decimo titolo. Marquez ha il sogno di battere Valentino. Poi c’è Lorenzo.

Qual è il segreto per raccontare agli spettatori il mondo delle corse nel modo più efficace possibile?

La passione prima di tutto. Poi vengono affidabilità e credibilità. A volte la passione porta a esprimere giudizi di parte, ma il coinvolgimento è inevitabile, difficile rimanere neutri. Un’arma in più è essere affiancati dai grandi campioni del passato: Agostini e Reggiani leggono una situazione 20 secondi prima degli altri, colgono dettagli che nemmeno io riesco a percepire.

Quando si fa il suo mestiere si parte con modelli di riferimento?

Da giovane ti affezioni a un cronista, a un conduttore, a un direttore. Da piccolo impazzivo per Bruno Pizzul. Poi mi sono innamorato delle telecronache di Caressa. Volevo fare il cronista e il conduttore, ho iniziato scrivendo di calcio a La Nazione. A Sky conduco perché ci sono cronisti molto più bravi di me. Un altro ingrediente è il saper entrare in empatia con gli atleti. Io ci provo, essendo a mia volta un atleta amatoriale.

Nasce come sportivo.

Ho giocato a calcio. Ho corso con le moto grazie all’amicizia con Marco Lucchinelli. Oggi sono un triatleta. Per prepararmi alle gare, vivo lo sforzo fisico con totale dedizione. So che cosa significhi allenarsi quotidianamente per un obiettivo.

Si dice che il mondo dei motori sia elitario o, per lo meno, che non sia alla portata di tutti.

Il talento è alla base di ogni successo. Ma oggi è importante effettuare un percorso graduale. Contano i budget a disposizione, perché anche iniziare banalmente su un kart non è alla portata di tutte le tasche. Ma non lo definirei un mondo elitario. Se hai talento, vieni notato. Occorre però trovare qualcuno che creda in te. Per esempio: se Sky e VR46 non avessero messo in piedi un team vincente, non è detto che un pilota bravo come Pecco Bagnaia avrebbe ottenuto il successo di oggi. Emergere per un pilota è una combinazione di molti fattori, ma tutto parte dalla testa e dalla dedizione senza distrazioni.

 

Gabriele Gambini

 

(Nella foto Davide Camicioli e Giacomo Agostini)