Pubblicato il 14/02/2019, 19:03 | Scritto da Gabriele Gambini

Riccardo Trombetta: Amo il cinema, quando smaschero i truffatori in tv mi rivedo negli eroi d’azione

Riccardo Trombetta: Amo il cinema, quando smaschero i truffatori in tv mi rivedo negli eroi d’azione
Da lunedì 18 febbraio a domenica 24, su Paramount Channel (canale 27 del DTT), Riccardo Trombetta condurrà, a fianco di Carolina Crescentini, Aspettando la notte delle stelle: un conto alla rovescia fatto di aneddoti e curiosità sulla Notte degli Oscar, che tira la volata alla ricca programmazione cinematografica in prima serata della rete.

Riccardo Trombetta: “Una grande ingiustizia agli Oscar fu la mancata vittoria di Spike Lee con Malcolm X”

«Amo il cinema a tutto tondo. Ma sono nato nel 1980, da piccolo facevo indigestione di action-movie classici con Schwarzenegger, Stallone. Jean Claude Van Damme era il mio idolo. Scherzosamente mi piace pensare che, durante il mio periodo da inviato a Le Iene, quando smascheravamo le truffe dei finti sceicchi e ci armavamo di microcamere e cimici prima di lanciarci all’inseguimento dei truffatori, quel pizzico di fantasia action mi sia rimasto dentro».

Parola di Riccardo Trombetta. Cinefilo e cinofilo («Per non sbagliare»), per molti anni ha curato lo Stracult di Marco Giusti su Rai2, ha fatto il conduttore e l’inviato per RaiMovie, Nickelodeon, Le Iene. Oggi Striscia la Notizia.

Da lunedì 18 febbraio a domenica 24, su Paramount Channel (canale 27 del DTT), condurrà, a fianco di Carolina Crescentini, Aspettando la notte delle stelle: un conto alla rovescia fatto di aneddoti e curiosità sulla Notte degli Oscar, che tira la volata a Paramount Academy, la ricca programmazione cinematografica in prima e seconda serata della rete (tra i titoli proposti: L’ultimo imperatore, Quei bravi ragazzi, Le streghe di Eastwick, La febbre del sabato sera, Willow, Pulp Fiction).

A proposito di truffe. Le più grandi ingiustizie nella storia degli Oscar?

Una delle più grandi riguarda Spike Lee: ai tempi, il suo Malcolm X avrebbe dovuto vincere senza esitazione. Poi c’è la vicenda Di Caprio, che è stata una caso a parte. Alla fine la statuetta è riuscito a portarla a casa. Penso anche a Denzel Washington: vinse l’Oscar con Training Day, ma la vittoria aveva il sapore del contentino. Ha recitato in film migliori.

Quest’anno che cosa accadrà?

Prevedo una cerimonia piuttosto lineare. Può vincere Roma di Cuaron. Mi piacerebbe vincesse come attore protagonista Viggo Mortensen. La sua interpretazione in Green Book mi ha commosso. Ma la vedo complicata. Potrebbe aggiudicarsi la statuetta un più tradizionale Christian Bale.

Poi c’è Bohemian Rhapsody.

I puristi non lo hanno amato. Il pubblico lo ha adorato. Io l’ho visto tre volte. La prima volta mi ha preso tantissimo, avvolgendomi. Rami Malek è un giovane e bravo attore che si è trovato catapultato in un ruolo di grande responsabilità. Al di là di qualche imperfezione e dell’insistenza su alcuni tratti della pop-star Freddie Mercury, sarebbe bellissimo se vincesse. Un riconoscimento a un brillante attore della nuova generazione.

Sul versante femminile?

Regina King è stata bravissima, potrebbe vincere. Sul fronte dell’animazione, invece, dico Gli Incredibili 2.

Lei e Carolina Crescentini come vi avvicinerete al racconto della cerimonia su Paramount Channel?

Spiegando al pubblico la distinzione tra categorie, raccontando i film in lizza. Forniremo dati e documentazioni. Ma ci lasceremo andare anche a commenti e auspici. Carolina è stata una sorpresa formidabile. Una compagna di viaggio perfetta.

Ha iniziato questo mestiere per amore del cinema.

Senza dubbio. Ci tengo a ribadirlo. I miei esordi furono su l’emittente locale laziale Super 3, conducevo una rubrica di cinema. Era il 1998. Su YouTube c’è un video, “Riccardo Trombetta feat. George Clooney, Eli Roth, Ben Stiller and more…”, denso di riferimenti ad attori. Ha un valore emblematico su ciò che ho voluto fare dopo.

Che cosa le manca in carriera?

Il sogno sarebbe condurre un late show su modello statunitense. In Italia Alessandro Cattelan è molto fortunato nel portare avanti un progetto che ne rappresenta appieno le prerogative. Gli show americani mi piacciono perché, nonostante siano scritti, contengono una buona dose di improvvisazione, il sale di quel tipo di spettacolo. Merito anche degli attori che intervengono. Sanno essere autoironici e non si prendono troppo sul serio. In Italia non sempre è così.

 

Gabriele Gambini

 

(Nella foto Riccardo Trombetta e Carolina Crescentini)