Pubblicato il 11/02/2019, 17:03 | Scritto da Gabriele Gambini

Giovani e Influencer: Rai2 racconta la vita di re e regine di Instagram

Tra i protagonisti di Giovani e Influencer: Chiara Nasti, Gordon, Salvatore Aranzulla, Clio Make Up

Chi è il vip oggi: «Colui che è visibile anche se in realtà non conta nulla, perché il talento sociale più invidiato è la visibilità come status symbol». Parola di Carlo Freccero, che benedice il nuovo documentario Giovani e Influencer (Rai2, da martedì 12 febbraio alle 23.30, prodotto da DNA International) realizzato da quell’Alberto D’Onofrio già mente dietro al racconto della mondanità festaiola di Party People Ibiza, della vita dei rampolli dal portafoglio pingue pre-Riccanza di Giovani e Ricchi, e, oggi, della vita delle star dell’Instagram, gli influencer.

«Ho unito a Il Collegio un programma come questo per un motivo molto semplice: per ciascuno di noi nell’immenso universo di internet ha senso solo l’esibizione della nostra individualità. Oggi per il pubblico il vip non è chi regge le fila dell’economia internazionale e detta le agende dei governi, ma chi è visibile anche se poi in verità non conta nulla: non ha potere, ma trae fama e ricchezza dalla sua visibilità. E il successo è più eclatante per chi riesce nell’impresa partendo da zero», continua il Direttore di Rai2.

GIOVANI E INFLUENCER

A dirla tutta, l’esperimento televisivo non è nuovo. Già Real Time, nel 2017, aveva raccontato la vita glamour di chi fa della sovrabbondanza di follower un privilegio finanziariamente redditizio. E però Giovani e Influencer, promette D’Onofrio «Non indulge al sensazionalismo attraverso paletti narrativi concordati coi protagonisti: si tratta di un vero e proprio documentario. Ho voluto raccontare chi sono gli influencer con totale sincerità, come gestiscono la popolarità, come organizzano il loro lavoro e la strategia di comunicazione».

Nell’era dell’eterno presente dove tutto ha ragion d’essere purché sia comunicato bene, gli influencer sono narratori d’esperienze incasellate in fotogrammi subitanei. Un po’ promoter di se stessi, un po’ veicoli di diffusione di brand con cui concordano affari lucrativi, alla finzione scenica della televendita preferiscono la verosimiglianza della vita vissuta. Immortalata in scatti studiati da pubblicare sui social con didascalie e hashtag opportuni, in modo da intercettare le sensazioni visive degli utenti, indirizzarle, creare un bisogno, un desiderio di emulazione. Attitudine fondamentale nel capitalismo gggiovane con lo smartphone in mano.

I PROTAGONISTI

La scelta dei personaggi raccontati nelle quattro puntate pare strategica. C’è, tra gli altri, Chiara Nasti, la ventiduenne napoletana nata come fashion blogger, oggi fenomeno mediatico da 1 milione e mezzo di seguaci. C’è la cestista Valentina Vignali, che oltre a mostrare i suoi scatti sensuali racconta la lotta quotidiana contro un tumore alla tiroide, scegliendo il web come palco senza filtri.

C’è l’arte, con Federico Clapis, che parla di pittura e scultura con talento comico, e con la gallerista Francesca Sacchi Tommasi. C’è Gordon. C’è la make up artist Clio, il chirurgo estetico Giacomo Urtis, utilizzatore del profilo Instagram per indagare le tendenze estetiche maschili e femminili.

Aggiungetevi Salvatore Aranzulla, il Paolo di Tarso del PC e del Mac, l’uomo capace di codificare i rimedi contro ogni problema informatico elevandoli a testo sacro, e si capisce dove si vuole andare a parare. D’Onofrio punta a spiegare non tanto come si diventi influencer, ma perché tale classificazione sia divenuta un mestiere.

A patto che la commistione web/televisione porti acqua al mulino degli ascolti, non solo dei follower.

 

Gabriele Gambini

 

(Nella foto Chiara Nasti)