Pubblicato il 01/02/2019, 17:00 | Scritto da Tiziana Leone

Luca Zingaretti: Quando iniziai a interpretare Montalbano, avevo il timore che non sarei stato in grado

Luca Zingaretti festeggia i vent’anni nei panni del Commissario Montalbano e confessa che agi inizi non fu facile

Ormai è un amico di famiglia, con cui ha condiviso gli ultimi vent’anni di vita. «Sicuramente sarei un uomo diverso se non avessi avuto questa avventura ventennale che ricomincerei non da domani, ma da oggi», ammette Luca Zingaretti, che tornerà nei panni del Commissario Montalbano per altri due episodi, prodotti dalla Palomar di Carlo Degli Esposti,  L’altro capo del filo, in onda su Rai1 l’11 febbraio e Un diario del ’43, il 18 febbraio. 

Quel che non è mai cambiato negli anni è  il gruppo di lavoro, guidato dal regista Alberto Sironi, che vede Cesare Bocci nei panni di Mimì Augello, Peppino Mazzotta in quelli di Fazio e Angelo Russo in quelli di Catarella. In questi vent’anni Zingaretti ha inevitabilmente preso movenze e fattezze del Commissario creato da Andrea Camilleri e con cui condivide l’amore spassionato per la Sicilia «è come il mal d’Africa».

Un personaggio che ha lasciato il segno

«Molti attori raccontano che dopo aver interpretato San Giovanni hanno visto la Madonna – sorride l’attore -. Io non dico questo, ma quando interpreti un personaggio letterario e ti immergi in quel racconto, non può non lasciarti niente addosso».

Ma guardandosi indietro, agli inizi, quando tutto è cominciato, Zingaretti non può non notare un’emozione profonda e sincera, inevitabilmente sfumata con gli anni, come racconta lui stesso in questa intervista a TvZoom.

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Tiziana Leone

 

(Nella foto Luca Zingaretti)