Pubblicato il 11/01/2019, 19:01 | Scritto da Gabriele Gambini

Michele Cannistraro: A MasterChef All Stars ho dimostrato il mio valore, da solo contro tutti

Michele Cannistraro: A MasterChef All Stars ho dimostrato il mio valore, da solo contro tutti
Michele Cannistraro, detto "Il cannibale", vince l'edizione All Stars di Masterchef da outsider. Intervistato da TvZoom, si toglie qualche sassolino dalla scarpa e non demorde: "La cucina mi ha cambiato la vita".

Prodotto da Endemol Italia, MasterChef All Stars ha anticipato l’edizione tradizionale di MasterChef su Sky Uno facendo sfidare i migliori concorrenti delle stagioni trascorse

In un mondo di maniaci gastronomici dove tutto ciò che ha senso ce l’ha nell’eccesso, nel sapersi abbuffare con stile, ci sono storie da raccontare. Prendete la vicenda umana di Michele Cannistraro. Detto Il cannibale, soprannome che potrebbe sottintendere appetiti pantagruelici.

Nato a Rozzano, per gli amici RozzAngeles, periferia popolare di Milano. L’equivalente dei casermoni di Philadelphia di Rocky Balboa quando era in braghe di tela. Operaio, appassionato di moto. Una moglie, due figli. Surfa sulle due ruote in pista. Ma ama i fornelli, così come Balboa amava la boxe. Spignatta da dilettante. Si iscrive a Masterchef – correva l’anno della terza edizione – gareggia bene, non vince, si fa notare come outsider. Lascia il lavoro, apre una sua agenzia di catering, ottiene riscontri sui social. Lo chiamano per l’edizione di Masterchef All Stars di quest’anno.

Quella dei migliori, dove sul ring delle pentole puoi trovare gli omologhi di Ivan Drago e di Apollo Creed, che rispondono ai nomi di Maradona, Rubina, Almo. Almo addirittura lo sbertuccia. Gli fa notare di non avere le qualità per arrivare tra i primi. Il Cannibale mette da parte la rabbia, la incanala in piatti semplici e gustosi. Niente caviale e prelibatezze gourmet, ma bistecche e pasta a regola d’arte. Convince i giudici. Sferra il colpo del knockout. Vince. Da outsider a campione. Al termine di Masterchef AllStars forse non avrà gridato: «Adrianaaa! ». Ma contento lo è di sicuro.

Che effetto fa tornare nella cucina di Masterchef dopo cinque anni?

Il livello era molto più alto. Stavolta ci si confrontava tra i migliori, chef con le carte in regola per stupire. Sono tornato con maggiore consapevolezza dei miei mezzi.

Come si diventa primo tra i primi?

Sfoderando la capacità di reggere la pressione. Sono un agonista di motociclismo, so che cosa significa sentirsi addosso lo stress di una competizione. Senza contare che in questo caso non contava essere un personaggio stravagante: contava solo cucinare bene nel tempo previsto.

Sentiva di potercela fare?

Dopo la prova di pasticceria con Iginio Massari, ho deciso che era giunto il momento di andare in volata. Mi è servita una buona dose di strategia: non ho mostrato subito le mie carte. L’ho fatto progressivamente, lasciando che gli avversari mi sottovalutassero.

Avversari che alla sua proclamazione sono rimasti silenziosi.

Tra loro hanno legato molto. Io sono stato in disparte, mi sono un po’ isolato. Mi sono staccato dagli altri e ho mantenuto la concentrazione sui miei obiettivi.

Gli ingredienti della sua cucina sono semplici e schietti. Niente caviale di lumaca, niente virtuosismi.

La mia è una cucina povera. Sono convinto che non siano necessari i fuochi d’artificio gastronomici per confezionare un piatto eccellente.

Che ci racconta dei suoi avversari?

Se non avessi vinto io, avrebbe meritato Simone, una persona valida e determinata. Anche Maradona è stato bravo. Mi piace anche Maurizio di Chissenefood, benché la sua cucina a volte sia un po’ estrema. Rubina invece non meritava la finale. Ha molte idee ma è maldestra, si agita, spesso si è tagliata col coltello. Anche Almo e Alida me li aspettavo più forti.

La new entry nel prossimo Masterchef, chef Locatelli, che impressione le ha fatto?

Un fuoriclasse. Dialettica e grande tecnica. Un figo.

Questa vittoria ha il sapore di rivincita?

Nella terza edizione di Masterchef ero stato eliminato e mi era parsa una decisione ingiusta. Sono tornato per dimostrare il mio valore.

Masterchef cambia la vita?

Fornisce spunti e stimoli utili a cambiarla. Occorre però tanto lavoro. Dopo la mia prima partecipazione, sono stato contattato da tanti servizi di catering per eventi. Ma sono riuscito anche a mantenere tutti i contatti per aprire le mie attività.

Attività che economicamente hanno migliorato la sua esistenza?

Certo. Anche se lavoro senza sosta da mattina a sera.

Un elemento di continuità con la terza edizione è stato la presenza di chef Barbieri.

L’ho trovato in gran forma. Lui mi ha sempre incoraggiato. Quando ho cucinato la quaglia per omaggiare la sua cucina, ha detto che possiedo le capacità per rielaborare le ricette personalmente, senza imitare nessuno.

Ora che cosa accadrà?

Voglio apprendere e migliorarmi, potenziando il mio servizio di catering. Non ho frequentato scuole di cucina prestigiose come ha fatto Simone, iscritto all’Alma, ho imparato sul campo. Intendo continuare così.

Sul versante televisivo invece?

Mi piacerebbe far qualcosa capace di coniugare moto e cibo, le mie due grandi passioni. Vedremo. Per ora sono felice di ideare il menù per l’associazione Liberamensa, alla quale sarà devoluto il premio di centomila euro della vittoria.

 

Gabriele Gambini

 

(Nella foto Michele Cannistraro)