Pubblicato il 23/12/2018, 15:03 | Scritto da La Redazione

I dinosauri sono protagonisti di un racconto entusiasmante su National Geographic

Federico Fanti, docente di Paleontologia all’Università Bologna e Explorer di National Geographic, coordina la prima missione internazionale a guida italiana

 

 

Il Deserto del Gobi in Mongolia è il più grande giacimento di dinosauri al mondo, un vero e proprio terreno di caccia per i tombaroli che depredano questa terra in cerca di fossili da destinare al mercato nero.

IL CACCIATORE DI DINOSAURI, in onda su National Geographic (Sky 403) il 25 dicembre alle 20.55, segue un’importante spedizione volta a sviluppare un sistema che possa ostacolare in modo concreto il contrabbando di fossili. Federico Fanti, docente di Paleontologia all’Università Bologna ed Explorer di National Geographic, coordina la prima missione internazionale a guida italiana.

La spedizione, finanziata dall’Università di Bologna con il supporto di National Geographic, e composta da 14 esperti, parte dalla capitale Ulan Bataar per raggiungere Gurliin Tsaav e viaggia attraverso le Montagne dell’Altai verso il Nemegt, il cuore della paleontologia della Mongolia.

Ogni anno gli scienziati di tutto il mondo riescono a recuperare dalla Mongolia circa 90 tonnellate di fossili. Ma il fenomeno del contrabbando è in continua crescita e raccoglie finanziamenti per almeno 10 milioni di dollari all’anno. Un sistema che si muove nella piena illegalità e finalmente salito agli onori della cronaca solo quando ha visto star di Hollywood contendersi i fossili all’asta.

Al danno economico per la Mongolia, si somma il danno incalcolabile che i tombaroli causa alla scienza. Ogni anno un enorme quantità di fossili viene scoperta e portata via cancellando, in modo definitivo, le ultime tracce di nuove specie vissute milioni di anni fa.

L’obiettivo di Fanti e del suo team è sviluppare un sistema che possa contrastare questo fenomeno, tracciando i fossili per capire da quale località siano stati scavati illegalmente. A tale scopo il paleontologo ha un prezioso alleato: la radioattività dei fossili della Mongolia. Si tratta infatti di una caratteristica unica, propria dei fossili provenienti dal deserto del Gobi scoperta accidentalmente nei primi anni ’60 quando alcune lastre ospedaliere risultarono inutilizzabili dopo essere state per diversi mesi a contatto con i reperti scavati.

Questa peculiarità, unita alla più avanzata tecnologia, che permette oggi la mappatura delle diverse aree attraverso l’utilizzo di droni, ha consentito al team di Fanti di sviluppare un sistema che potrebbe finalmente porre un argine al mercato nero dei fossili provenienti dalla Mongolia.

«Non siamo qui solo per cercare dinosauri e inseguire i nostri sogni di bambini» dichiara Fanti. «Siamo qui per capire come funziona il Pianeta. I dinosauri hanno affrontato come noi un Pianeta che cambiava rapidamente e per milioni di anni sono riusciti a vincere la battaglia per la sopravvivenza. Capire come, diventa fondamentale per i nuovi abitanti della Terra».

(nella foto un momento de Il cacciatore di dinosauri)