Pubblicato il 13/12/2018, 19:03 | Scritto da Gabriele Gambini

Roberto Giacobbo: Con Freedom su Rete4 torno a esplorare il mondo

Freedom prevede una prima stagione da 8 puntate e una seconda stagione con altri dodici appuntamenti tra aprile e maggio 2019

 

Prima era Stargate – Linea di confine su LA7, poi Voyager – Viaggio ai confini della conoscenza su Rai2, adesso Freedom – Oltre il confine, al debutto su Rete4 da giovedì 20 dicembre alle 21.25. L’elemento di continuità dei programmi targati Roberto Giacobbo è la parola “confine”, che potrebbe essere cara a un esploratore, a uno stratega militare, a un frontaliere. Nel caso del neo acquisto nell’intrattenimento divulgativo di Mediaset, vale la prima ipotesi.

«Ho anche acquistato un grosso camion abbellito col logo di Freedom», spiega davanti a una ristretta platea di giornalisti invitati a visitare – a porte chiuse – il Duomo di Milano nei suoi meandri meno noti. Il modo migliore per rendere un’esperienza accattivante è renderla irripetibile, e in questo la rete del Biscione ha offerto ai presenti un’ora mozzafiato nel cuore della Milano più milanese che ci sia. Poi, quando parla Roberto Giacobbo, soprattutto in una cattedrale, ti aspetti che da un momento all’altro un Templare salti fuori per sfidarti a singolar tenzone.

È la cifra della sua tv. Divulgare contenuti con un supporto accademico e redazionale suffragante, aggiungendo però quel tocco di mistero pop che allarga la platea e in passato ispirò Maurizio Crozza. «Negli anni, il mio modo di fare tv, la scelta del linguaggio, non sono cambiati. Ma sono cambiati i tempi che viviamo. La divulgazione scientifica deve sapersi legare anche alla contingenza, costruendo un racconto emozionante per raccontare i fatti nel modo più semplice e chiaro possibile. Freedom non sarà un programma per una ristretta cerchia di colti: a me piace raccontare le cose nello stesso modo in cui vorrei sentirmele dire».

Per questo motivo il corteggiamento di Mediaset ha funzionato. A Rai2 era diventato vicedirettore di rete, ma gli impegni burocratici mal si conciliano con l’urgenza di viaggiare e di sperimentare l’alta tecnologia applicata a panorami e esplorazioni ai confini del mondo.

I CONTENUTI DI FREEDOM

Si parte con domande che fanno scattare il meccanismo della curiosità spasmodica. Per esempio: Davvero il 14esimo obelisco di Roma è sepolto sotto il Senato? La guardia scelta del Faraone poteva essere composta dagli antichi sardi, arrivati in Egitto più di 3.000 anni fa? La penicillina è stata scoperta dal Premio Nobel Alexander Fleming o da un italiano?

Freedom mostrerà visite esclusive in Messico, USA, Egitto, Roma, Venezia, Napoli, Milano. Ogni scena è stata ripresa con almeno cinque telecamere diverse in 4K, un drone. L’uso della tecnica al servizio dello spettatore, che si sentirà come sul set del programma. In alcuni casi, i siti archeologici sono stati riprodotti virtualmente, usando scanner 3D a laser o attraverso la costruzione di modelli a nuvole di punti.

«Esistono nuove telecamere che colgono tutta la gamma dei colori, li selezionano ad hoc per trasmettere sensazioni reali. Le musiche della trasmissione sono realizzate artigianalmente da un musicista. Ho scelto gli autori in base alle loro competenze, In ogni puntata, mostreremo luoghi dal fascino storico inesausto».

Freedom adotta grafiche confezionate con un font a alta leggibilità per i dislessici: una forma di attenzione verso gli spettatori appassionati di divulgazione, in particolare i più giovani, che vivono questa peculiarità. Il carattere tipografico EasyReading supera le barriere di lettura grazie a particolarità che permettono ai dislessici di leggere rapidamente. Il font è ibrido, essenziale e frutto di 10 anni di studi da parte di un team torinese capitanato da Federico Alfonsetti.

Altro particolare che indica la direzione intrapresa dal programma: viene trasmesso dal Centro Palatino di Roma, Giacobbo compare su un monitor di sei metri, da dove pone domande agli senza essere fisicamente presente in studio. «Piccole innovazioni che rendono il linguaggio della divulgazione sempre più contemporaneo», dice. E che gli daranno armi a sua disposizione per ingaggiar battaglia con Alberto Angela: «Non siamo rivali, lui è un eccellente professionista, entrambi presidiamo un’area di tv appassionante e cruciale».

Cruciale perché l’Auditel è in agguato come un Cerbero bavoso. «Puntiamo a numeri buoni con un lavoro accurato, una seconda stagione di dodici puntate è già pronta», conclude Giacobbo, puntellando con piglio autorale le novità editoriali della rete diretta da Sebastiano Lombardi.

Gabriele Gambini

(nella foto Roberto Giacobbo)