Pubblicato il 30/11/2018, 17:02 | Scritto da Andrea Amato

Alessandro Saba, Fox: Faremo la seconda stagione di Romolo+Giuly

Alessandro Saba, Fox: Faremo la seconda stagione di Romolo+Giuly
Abbiamo incontrato il Vicepresidente di Fox Italia, a Milano per l’opening di Fox Circus, una tre giorni di eventi interattivi, incontri e maratone di serie tv.

Alessandro Saba: “Romolo+Giuly 2 avrà dieci episodi, due in più rispetto alla prima stagione”

Nei giorni in cui la Rai nomina i nuovi direttori di rete: a Rai1 Teresa De Santis, 63 anni, e a Rai2 Carlo Freccero, 71 anni, lasciando a casa Andrea Fabiano, 42 anni, la convinzione che l’Italia sia un Paese per vecchi è sempre più forte. E sempre più angosciante. Poi, per fortuna, capita di incontrare Alessandro Saba, 43 anni e da quasi tre Vicepresidente Responsabile dei Canali Entertainment, dell’area Research e delle Produzioni di Fox Networks Group Italy, e un po’ di speranza per il futuro ritorna.

Impegnato a Milano per Fox Circus, una tre giorni (dal 30 novembre al 2 dicembre), di maratone di serie tv, incontri ed esperienze interattive, Saba ci regala subito una notizia: «Faremo la seconda stagione di Romolo+Giuly. Stiamo studiando in questi giorni lo script, saranno dieci episodi, due in più rispetto alla prima stagione.

Quindi il ritorno alla fiction per Fox è stato un successo?

Partiamo dal presupposto che la nostra strategia è quella di creare prodotti innovativi originali, mantenendone la proprietà intellettuale, compartecipazione con la società di produzione che la sviluppa con noi. E la serie Romolo+Giuly ne è l’esempio più lampante, perché insieme a Wildside deteniamo i diritti del prodotto italiano e anche quelli del format, della matrice narrativa, che potremmo esportare, realizzando Romolo+Giuly a New York, come a Londra o a Sidney.

La vocazione comedy nei prodotti scripted, dopo Boris, è rimasta.

Dovevamo trovare il nostro tono di voce e il nostro spazio, su una piattaforma affollata di prodotti drama, così abbiamo deciso di scommettere sulla comedy di qualità. Anche perché ci siamo resi conto che dopo Boris nessuno aveva investito su quel tipo di prodotti.

Sono arrivati anche i numeri?

Romolo+Giuly è stata la serie più vista di Fox degli ultimi anni, sorpassando anche il cult The Walking Dead. Per questo andremo avanti su questa strada, infatti stiamo sviluppando altre commedie.

Tipo?    

È in produzione una serie comedy al femminile, una sorta di Sex and The City all’italiana. Con un linguaggio non edulcorato, tipico delle donne contemporanee. Speriamo di riuscire ad andare in onda già nel 2019.

Chi sarà la protagonista?

Non posso ancora fare il nome, ma le dico che è un’attrice che il pubblico italiano conosce molto bene, una trentenne italiana, con un bel profilo internazionale. La strategia di Fox negli ultimi anni è stata quella di riportare al centro i talent italiani, per dare un’identità di brand locale, vicina allo spettatore. Posso citare Simona Ventura, Diletta Leotta, Georgia Luzi, Andrea Delogu, Vanessa Incontrada, Claudia Gerini, Luca Tommassini, Fortunato Cerlino e sono solo i primi che mi vengono in mente.

Solo comedy nel futuro di Fox?

In realtà stiamo vagliando anche ipotesi drama, ma dobbiamo trovare la nostra cifra originale. Al momento sulla scrivania ho una serie di soggetti interessanti: anche in questo caso al femminile, poi spionaggio e action cop.

Parliamo di scenario: il mondo del broadcasting ha vissuto un anno di grande rivoluzione mondiale, con la nascita di colossi in seguito a merger monstre. Secondo lei è positivo?

A livello mondiale credo che queste acquisizioni non siano finite, siamo in una fase di totale ebollizione del mercato. Dopo i profondi mutamenti degli anni Novanta e dei primi Duemila, questa è la seconda grande fase di cambiamento del mondo televisivo. I piccoli che rimarranno soli faranno fatica a sopravvivere, quindi è un bene far parte di queste enormi fusioni.

Fox entrerà nell’orbita Disney, come state vivendo questo passaggio?

A oggi, formalmente, ancora non c’è stata l’acquisizione. Aspettiamo di capire come si delinea lo scenario.

L’ingresso nel mercato degli Over The Top ha stravolto tutto?

È stato l’impulso di rinnovamento per i grandi network, che non potevano subire passivamente l’arrivo di nuovi player come Netflix e Amazon. Il problema oggi non è di concorrenza sui contenuti, ma di tempo che uno spettatore può dedicare alla visione dei contenuti.

Non ha paura di loro?

La mia preoccupazione è per il loro modello produttivo, basato sui big data, sull’algoritmo di raccomandazione dei contenuti. Se io finisco di guardare Narcos, subito dopo mi propongono El Chapo e così via. Il rischio di omologazione è fortissimo.

Rifiuta il progresso?

Se l’algoritmo viene applicato all’industria dei consumi e mi consiglia un dentifricio piuttosto che un altro lo trovo anche utile, e la mia vita non cambia più di tanto. Se, invece, lo applichiamo all’industria culturale, con una conseguente omologazione, allora mi preoccupo. Il compito degli editori deve essere quello di dare spazio alla creatività, all’immaginazione, per suscitare ancora stupore nello spettatore.

Quindi i big data non servono?

Devono dare un’indicazione di tendenza, ma non devono sostituire l’uomo nelle scelte. Probabilmente, un algoritmo non avrebbe dato una chance al gruppo creativo di Romolo+Giuly, talenti under 30.

L’audiovisivo italiano gode di buona salute?

Stiamo vivendo un momento di Rinascimento, insieme alla Spagna. Sono le due nazioni europee più vivaci dal punto di vista contenutistico, iniziando a esportare anche fuori dai loro confini. Questo grazie agli editori e ai produttori indipendenti, che sono stati in grado di intercettare traiettorie di contenuto vincenti.

Lei è stato preso dalla tv generalista proprio per ridare impulso produttivo a Fox. Che bilancio fa di questi primi 3 anni?

Ho trovato un’azienda in forma e un team molto forte. Io ho solo ingranato la marcia, perché la missione strategica che mi era stata data era quella di prendere dei rischi. Per un manager di 40 anni è il massimo che si possa desiderare.

Se li è presi questi rischi?

Sì e per fortuna sono arrivati anche i successi. Il gruppo creativo e produttivo di Fox è stato all’altezza e vorrei ringraziare i due responsabili delle nostre produzioni, Grazia Didier, per l’area Unscripted e Andrea Bosello, per lo Scripted, che hanno colto la sfida da subito.

I titoli di cui è più orgoglioso, oltre a Romolo+Giuly?

Dance Dance Dance, di cui abbiamo fatto due edizioni: è stato il miglior debutto di sempre per Fox. È stato il programma più visto sui nostri canali negli ultimi tre anni, dopo il blockbuster Grey’s Anatomy. Vorrei citare anche National Geographic, perché siamo stati l’unica country europea che è riuscita a realizzare due prodotti factual di successo. Mi riferisco a Le verità nascoste, una su Totò Riina e l’altra su Maradona, che ha fatto il giro del pianeta. E per National Geographic abbiamo altri tre grandi progetti in cantiere.

Quali?

Non me ne voglia, ma anche in questo caso non posso svelare di più. Le prometto, però, che sarà tra i primi a saperlo.

Speriamo i primi.

 

Twitter@AndreaAAmato

 

(Nella foto Alessandro Saba)