Pubblicato il 22/11/2018, 17:03 | Scritto da Gabriele Gambini

X Factor 12: arrivano gli inediti tra elettronica, pop e rap sognando i Maneskin

X Factor 12: arrivano gli inediti tra elettronica, pop e rap sognando i Maneskin
Eccoci arrivati alla puntata in cui i concorrenti presentano gli inediti e nel loft si respira aria di ottimismo: le canzoni ammiccano alla contemporaneità e sono studiate per valorizzare i talenti in gara.

Nel loft di X Factor l’aria è ottimista, la sindrome ultra competitiva – posto che ci sia – è nascosta: appuntamento in prima serata oggi su SkyUno

C’è l’elettronica per sfornare hit da club, il rap per concupire gli adolescenti con linguaggio glocal, il cantautorato all’italiana per sperare in un’incursione Sanremese. Gli inediti di X-Factor 12 seguono questo triplo binario, cacciano il rock puro fuori dalla porta come se fosse un parente cencioso che appoggia la dentiera sul tavolo, virano a tutta forza sulla contemporaneità, pur senza guizzi di originalità particolari.

Nel loft di Milano l’aria è ottimista, la sindrome ultra competitiva – posto che ci sia – è occultata, il luogo comune per cui i concorrenti di un talent show definiscano la loro identità in antitesi reciproca è sfatato. C’è un amalgama di fondo che farebbe ben sperare un allenatore di calcio, e compiace sia Nils Hartmann di Sky, sia Rtl 102.5, radio partner del programma, che manderà in heavy rotation i pezzi.

Special Guest The Jackal

Se poi si aggiungono le voci che vogliono i The Jackal – il popolare collettivo di videomaker napoletani – in azione per stalkerare giudici e conduttore, invitandoli a citare alcuni tormentoni dei loro video più noti (pare abbiano risposto all’appello Ale Cattelan e Lodo Guenzi, mentre Mara Maionchi avrebbe opposto un gran rifiuto scatenando le reazioni del web), è facile intuire come la puntata del 22 novembre abbia le carte in regola per risultare calda.

C’è Anastasio: con La fine del mondo porta avanti quell’idea di rap che lo ha contraddistinto fin dalle audizioni e che, a suon di ritmica catchy, lo vuole tra i favoriti anche a detta degli eliminati delle puntate precedenti. Poi ci sono i Bowland: la loro Don’t Stop me è elettronica pura da clubbing pesante, sfornata per ballare con l’esperta mano di Fabio Gargliuo e Pino «Pinaxa» Pischetola alla produzione.

Piume di Leo Gassmann rispetta i canoni classici del pop. Testo sognante scritto in italiano dallo stesso cantante, melodia orecchiabile di Lewis Capaldi, Sam Nixon e Nina Nesbitt. Il rischio, non da poco, è che sia necessario qualche ascolto in più per apprezzarla davvero. Potrebbe disperdersi facilmente.

Luna, la piccola sarda prodigio, cala l’asso della ruffianata a uso e consumo dei suoi coetanei: la canzone si chiama Los Angeles in ossequio alle tendenze filoamericane di Big Fish e Jake La Furia e al racconto di un amore a distanza, ma è un espediente per parlare di se stessa e della sua terra in chiave rap ultra mega danzereccio.

Cherofobia di Martina Attili record su YouTube

Più onirica e delicata Cherofobia di Martina Attili, a cui Manuel Agnelli e Enrico Brun in produzione hanno cucito addosso un brano elegante. Discorso valido anche per Like the rain di Noemi, prodotta da Fausto Cogliati con testo di Fortunato Zampaglione, musica di Shridhar Solanki e Silvia Cesana. Tuttavia l’incisività del pezzo pare meno marcata di altre, o per lo meno non così identitaria.

Chiude il cerchio Cielo Inglese di Renza Castelli, che sembra ammiccare all’English Summer Rain dei Placebo, ma solo nel titolo. Delicatissima, potrebbe erodere consensi con naturalezza, senza esplodere al primo impatto. Si avvale della scrittura di Bungaro, Cesare Chiodo e Rakele.

Senza scordare Non ti avevo ma ti ho perso di Sherol Dos Santos, testo scritto da Manuel Agnelli e da Alessandro Raina su musiche già esistenti, pensata per valorizzare la voce portentosa dell’italo brasiliana, a patto che essa sappia imporre il suo talento su un brano le cui redini devono essere gestite con sapienza.

 

Gabriele Gambini

 

(Nella foto la giuria di X Factor)