Pubblicato il 15/11/2018, 19:03 | Scritto da Gabriele Gambini

Anche Rai2 cede alla tentazione del cibo in tv: arriva Il ristorante degli chef

Anche Rai2 cede alla tentazione del cibo in tv: arriva Il ristorante degli chef
Il ristorante degli chef è prodotto da NonPanic: si tratta di un talent show gastronomico in onda su Rai2 da martedì 20 novembre alle 21.20. Ecco tutto ciò che dovete aspettarvi.

I giudici de Il ristorante degli chef sono Philippe Léveillé, Isabella Potì e Andrea Berton, il premio in palio per il concorrente vincitore è la possibilità di formarsi alla scuola di cucina Alma

 

Tu ci provi, a cucinare un pasto frugale che compensi la giornata di fregole conferenziere, ma se accendi la tv ti senti come Higuain davanti al rigore fatidico di Milan-Juve: troppa la tensione, troppa foga giudicante intorno a te. C’è la nuova stagione di Masterchef, e se non è in onda la nuova ci sono le repliche della vecchia, c’è il sergente Cracco a Hell’s Kitchen, su Food Network c’era Gianmarco Tognazzi con le sue brigate di aspiranti cucinieri, e poi c’è Simone Rugiati con Cuochi e Fiamme, Cannavacciuolo scaccia gli incubi, su Real Time l’insulina tiene banco coi dolci di Bake Off, e se tutto questo vi stesse cordialmente sulle scatole, c’è sempre su Dmax l’outsider Chef Rubio, che odia i talent show, ma esplora le bettole con Camionisti in trattoria.

In un mondo di maniaci gastronomici, tutto ciò che ha senso ce l’ha nell’eccesso, nel poterci affogare dentro. Dunque appare logica la domanda a margine della presentazione de Il ristorante degli chef, talent show gastronomico in onda su Rai2 da martedì 20 novembre alle 21.20: coraggio o pleonasmo?

I lati vantaggiosi per la Rai pare ci siano. Format nato in Argentina col nome di Duenos de la Cocina, quello italiano è il primo adattamento europeo, consente all’azienda di viale Mazzini di esportarlo in altri Paesi nella versione prodotta da NonPanic, attira marchi interessati agli spazi pubblicitari. In altre parole, è un programma finanziariamente virtuoso, come ribadisce il direttore di Rai2, Andrea Fabiano: «In un periodo in cui i nostri budget si sono ridotti, Rai2 è reduce dal successo di ascolti dei Mondiali di Pallavolo, e propone 16 titoli nuovi. La scommessa di investire anche nel food nasce da lì, certi di avere in mano un programma accattivante». In soldoni, parlare di cibo è un trend che non conosce flessioni, avere nella propria scuderia un titolo capace di farlo consente di ampliare il bouquet dell’offerta.

Certo, poi c’è il programma in sé. Nulla di stravolgente sul piano della novità. Tranne, sulla carta, un tratto distintivo: lo spiccato elemento di realismo, come ribadito dagli autori Barbara Boncompagni e dal curatore Massimo Righini. Si prevede una narrazione accurata delle dinamiche di gestione di un ristorante: nella prima puntata gli 80 concorrenti, selezionati tra gli oltre duemila iscritti, avranno l’occasione di presentare le loro specialità davanti ai tre giudici. Alla fine di una dura selezione, le porte si apriranno per 10 di loro.

LE REGOLE DEL GIOCO

In uno scenario che ricrea un ristorante con tutti i crismi, ci si dà battaglia davanti ai giudici, potendo contare su un ricco mercato rifornito di ogni tipo di ingrediente. Le cucine sono gestite dai concorrenti, i giudici assegnano il tema del menù su cui le brigate devono stilare la lista di piatti da proporre ai clienti. Le due brigate, sotto la supervisione di uno dei giudici che in puntata è executive chef, devono far fronte alle difficoltà di un vero locale. A loro il compito di soddisfare il palato di oltre 40 commensali, superare imprevisti di ogni genere e portare a termine un servizio all’altezza di un ristorante stellato. Tra gli avventori, persone comuni e volti noti della tv e dello spettacolo, come Sandra Milo, Rossella Brescia, Roberta Lanfranchi, Fabio Troiano, Samuela Sardo. A fine serata la brigata che si sarà destreggiata meglio si aggiudicherà la vittoria, conquistando le 3 stelle in palio: una verrà attribuita alla brigata a cui sono state fatte il maggior numero di ordinazioni da parte dei clienti in sala, che sceglieranno i piatti senza conoscere la squadra che li ha preparati; la seconda sarà indicata da un tavolo di esperti che assaggeranno entrambi i menù nella loro interezza ma senza avere indicazioni su chi ha preparato cosa; l’ultima sarà assegnata dai giudici che dovranno valutare sia la qualità dei menù sia la gestione della cucina.

I GIUDICI

L’elemento narrativo, come spesso accade, sarà affidato alla componente umana degli chef stellati/giudici. Il ristorante degli chef gioca la carta del carisma dello chef Philippe Levéillé, bretone che ama l’Italia, volto noto della tv dai tempi di Pechino Express, possiede locali stellati da Brescia a Hong Kong, ha cucinato per Sua Santità Benedetto XVI («Ratzinger mi disse che avevamo una cosa in comune: entrambi eravamo vestiti di bianco»), frequenta il piccolo schermo, ma non si sente in debito con esso: «Il mio successo è frutto del mio lavoro, nasce molto prima del mio arrivo in televisione, ma questo accade a tutti i colleghi famosi, da Cracco a Barbieri». Poi c’è lo chef Andrea Berton, veneto schivo, dalla statura di un pivot di pallacanestro, pluripremiato e titolare del suo ristorante Berton al lago. E c’è Isabella Potì, salentina, maestra pasticciera, classe 1995, nominata da Forbes tra le Under 30 più influenti al mondo. Non ha la favella esperta dei due colleghi, ma è graziosa d’aspetto, e mostra competenza nel ruolo.

Facile pensare che la prova dell’Auditel potrà essere superata soprattutto se il terzetto saprà creare tormentoni e indirizzare dinamiche coinvolgenti. Altrimenti, di questi tempi, morto uno chef, se ne fa sempre un altro.

Gabriele Gambini

(nella foto Philippe Leveille, Isabella Potì e Andrea Berton)