Pubblicato il 23/10/2018, 19:03 | Scritto da Gabriele Gambini

Mario Giuliacci: Io credente? A volte penso al Big Bang e mi chiedo chi abbia premuto il bottone

Mario Giuliacci introduce il ciclo di film “Sereno Variabile” su Cielo (canale 26 DTT) dal 24 ottobre: ogni mercoledì, una pellicola su una calamità naturale. Da  Tornado F6 a Super Storm: l’ultima tempesta, da Tornado Valley a Massima allerta: tornado a New York

Quella mossa entrata nella Storia della televisione di soppiatto, per poi cristallizzarsi nell’immaginario collettivo come l’esultanza studiata di un calciatore dopo il gol. Quando lo incontri, quella mossa te l’aspetti da un momento all’altro. Non era una mossa eclatante – una leggera inclinazione della testa dopo aver detto «Buonasera» durante le previsioni meteo che lo faceva somigliare a un birillo dinoccolato – ma il piccolo schermo si nutre di suggestioni visive spiazzanti per far sedimentare le proprie leggende.

Il Colonnello Mario Giuliacci, 78 anni da Città della Pieve, Umbria, cordialissimo e loquace, sta ai ricordi dell’attuale generazione televisiva come il Generale Edmondo Bernacca a quella dei nostri padri. C’è una ragione. Un uomo di scienza che annuncia alla gente comune come sarà il tempo, ne condiziona abitudini, scelte. Prenotazioni delle vacanze. È una sorta di tramite tra la Terra e i Cieli. O, per chi ci crede, tra l’uomo e quel Demiurgo a cui si arriva per fede. Ascoltatelo mentre parla, Giuliacci: sceglierà ogni aggettivo sul meteo ponderandolo al millesimo.

«Non direi mai “manifestazione temporalesca”, il clima non fa politica», puntualizzò lui un giorno.

Lei ce l’ha, la fede?

Sono a metà del guado. Gli uomini di scienza in genere non sono credenti. Ma c’è anche chi ha svolto il mestiere di fisico conciliandolo con la sua fede cattolica. Per esempio Antonino Zichichi. Io mi interrogo e cerco risposte. Sono stato a Lourdes senza trovare quel che pensavo avrei trovato. Ma penso al Big Bang, a quel punto dove era concentrata tutta la materia e che è esploso. Chi ha premuto il bottone? Poi penso al concetto di tempo. O alle teorie sul Multiverso. A volte con un po’ di angoscia.

Glielo chiedo perché un metereologo ha il suo bel daffare, quando annuncia catastrofi o spiega come avvengono le calamità naturali.

Per questo ritengo che la fede sia una splendida virtù. Consente di spiegare le sciagure con il disegno divino, liberandoti del peso di comprendere che non è detto che a tutto vi sia una risposta.

Le piace aver rimpiazzato la figura di Bernacca nell’immaginario televisivo?

Mi rende orgoglioso. Non sono un vanitoso, ma ottenere riconoscimenti grazie al mio lavoro non può che farmi piacere.

Come si diventa metereologo?

Nel mio caso, per una combinazione di eventi. Finito il liceo classico, mi volevo iscrivere a Medicina. Un giorno mio padre, in treno, incontrò il preside di un liceo e gli chiese consigli su facoltà universitarie interessanti. Quando quel preside seppe che in Matematica e Fisica avevo ottimi voti, mi indirizzò verso Fisica, perché in Italia sarebbero state costruite molte centrali nucleari e sarebbero serviti molti fisici, alimentando una tradizione nazionale di grande competenza in materia. Erano gli anni ’60.

Ci fu il referendum contro il nucleare.

Mi ritrovai spiazzato. Un giorno, passeggiando nella facoltà di Fisica della Sapienza di Roma, mi sono imbattuto in una corso di Metereologia. Ne sono rimasto colpito.

I casi della vita.

Se mio padre non fosse salito su quel treno. Se non fossero cambiate le regole sul nucleare in Italia. A volte i casi della vita sono sorprendenti.

Nel 1967 partecipò a un concorso in Aeronautica Militare. L’anno dopo vestiva la divisa del Servizio Meteorologico. Fino ad approdare al Centro Epson Meteo. E alla tv.

Ricordo il debutto tv come se fosse ieri. Era il 1995. Mi dissero che la settimana successiva sarei dovuto andare in onda in diretta. Temevo di non farcela. Sono timido di indole, anche se non sembra. Invece il risultato fu perfetto. Da lì continuai.

Arrivò a simulare flirt con Barbara D’Urso a uso e consumo del pubblico divertito.

Era un gioco divertente nelle sue trasmissioni. Io arrivavo e citavo poesie d’amore che avessero una correlazione tra sentimenti e clima, pioggia, sole, eccetera. Il pubblico gradiva.

Mediaset usava anche le famigerate Meteorine per annunciare le previsioni.

Quello fu il motivo della mia separazione da Mediaset. Non ho nulla contro una ragazza che in video partecipa alla discussione sulle previsioni del tempo. Ma trattandosi di argomento serio e scientifico, le risposte devono essere fornite da una persona competente in materia.

A proposito di clima: stiamo davvero rovinando il pianeta?

La verità sta in mezzo. Non caldeggio le teorie degli allarmisti. Nemmeno quelle dei negazionisti. L’uomo ha la sua responsabilità negli stravolgimenti climatici, ma le cause naturali svolgono il loro ruolo in egual misura. Tra il 1960 e il 1970, quando si stava cominciando a fare uso massiccio di petrolio, la Terra registrò un abbassamento di temperatura di mezzo grado. Significa che alcuni cambiamenti possono avvenire spontaneamente. Per questo sono ottimista sul futuro dell’umanità.

Niente catastrofi irreparabili, dunque.

Quelle guardiamole nel ciclo Sereno Variabile di Cielo. Divertendoci e riflettendo.

Gabriele Gambini

(nella foto Mario Giuliacci)