Marco Giallini: La differenza tra me e Schiavone? Io non mi faccio le canne
L’attore, protagonista della serie Rocco Schiavone, al via domani su Rai2, ammette di avere molti punti in comune con il suo personaggio. Ma non tutti
Quando arriva Marco Giallini in Rai per le conferenze stampa, l’effetto è lo stesso che provoca Luca Zingaretti: una folla adorante in attesa di un selfie. Sono i due commissari che la tv ha trasformato in miti assoluti, il primo interpreta il ruvido Rocco Schiavone, che da domani torna su Rai2, il secondo Salvo Montalbano, anche lui ruvido, ma in modo diverso.
Entrambi si stupiscono di questa fama oltre ogni ragionevole dubbio, entrambi augurano lunga vita ai loro personaggi, ma entrambi dipendono dalla penna dei loro creatori, Antonio Manzini e Andrea Camilleri. Finché gli scrittori troveranno nuovi casi per i loro commissari, avranno vita. Poi chissà. «Ma siamo appena alla seconda serie, che dobbiamo già smette?», sorride Giallini. «Io continuerò a scrivere finché avrò voglia di divertirmi – garantisce Manzini -. Dopodiché credo che in questo Paese ancora per qualche anno ci sarà libertà. Ciascuno è libero di non comprare il libro e vivere sereno lo stesso».
Le polemiche con la Polizia
Nella prima stagione, Schiavone incontrò le simpatie del pubblico, meno quelle della Polizia, contrariata nel vedersi rappresentata da un commissario che oltre ad avere una visione tutta personale della legge, aveva spesso uno spinello in mano. «Schiavone continuerà a farsi le canne», garantisce l’attore che però nella vita vera non condivide la stessa passione, come racconta lui stesso in questa intervista a TvZoom.
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Tiziana Leone
(Nella foto Marco Giallini)