Antonio Albanese: Per i Topi mi sono ispirato a un latitante catturato dopo anni di bunker
Online da oggi su RaiPlay e da sabato alle 21.40 su Rai3, la serie I Topi, interpretata, diretta e creata da Antonio Albanese, alla sua prima fiction per la tv di Stato.
Vivono strisciando in cunicoli sotterranei, salvo comparire in casa passando attraverso il frigorifero, l’armadio, la lavatrice, a volte preferiscono spuntare direttamente nel garage, altre prediligono la tomba di famiglia, dove la madre riposerebbe in pace, se la lastra di marmo non servisse per coprire l’ennesimo rifugio-bunker.
Sono I Topi, mafiosi moderni e latitanti, raccontati da Antonio Albanese, nella serie al via sabato alle 21.40 su Raitre. Sei puntate, prodotte da Raifiction con Wildside, disponibili già da oggi online su RaiPlay. Il protagonista è Sebastiano (Albanese), un uomo gretto, capo di una famiglia composta da una moglie, Anna (Lorenza Indovina), succube e insignificante, il figlio diciassettenne Benni (Andrea Colombo) che sogna di fare il cuoco, la figlia Carmen (Michela De Rossi) che studia all’università, la zia Vincenza (Clelia Piscitello) accanita scommettitrice e lo zio Vincenzo (Tony Sperandeo), felicemente autorecluso da dodici anni nel bunker, dove coltiva una sola passione: ascoltare Isoradio
Cinica e dissacrante, la serie si snoda nei sotterranei di una cittadina del Nord dove i latitanti “vivono” chiamandosi con soprannomi assurdi, sfuggendo alla polizia che li cerca con i cani e con le cimici, in giornate che scorrono assurde tra programmi tv dove si vedono solo cuochi e visite improvvise di preti in cerca di donazioni. Una fotografia ironica di una verità che Albanese ha raccontato e non inventato, come lui stesso spiega in questa intervista a TvZoom.
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Tiziana Leone
(Nella foto Antonio Albanese)