Pubblicato il 24/09/2018, 18:05 | Scritto da F. Canzonettari
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Davide Rossi, figlio di Vasco, debutta come cantante. Finirà come tanti altri figli d’arte?

Davide Rossi canta A morire ci penso domani

Dura la vita del figlio d’arte – in tutte le arti e i mestieri. È inevitabile che, almeno agli inizi, tutti pensino che l’essere “figlio di…” ti abbia agevolato a iniziare l’attività (ed è infatti quasi sempre vero), e non te lo mandano a dire. Ed è inevitabile che, se continui a muoverti nello stesso ambito del genitore, i confronti siano continui, e spesso anche ingenerosi. Sono molto rari, nel mondo della canzone, i casi in cui la popolarità del figlio supera quella del genitore.

Il più evidente è quello di Enrique Iglesias, che è diventato una star internazionale forse anche più del padre Julio; e anche Jeff Buckley, figlio di Tim Buckley, ha raggiunto come il padre lo status di leggenda, però purtroppo a causa della morte prematura. Ma Jakob Dylan non ha mai raggiunto i risultati di papà Bob (e probabilmente non li raggiungerà mai); come pure i “figli dei Beatles”, alcuni dei quali hanno portato a casa carriere dignitose – Julian e Sean Lennon, Zak Starkey (figlio di Ringo e come lui batterista) – mentre altri, come il figlio di Paul, James McCartney, e il figlio di George Harrison, Dhani, non sembrano destinati a ripetere gli exploit paterni (mentre la figlia di McCartney, Stella, è diventata un nome che conta ma in un altro mondo, quello della moda).

Frank Sinatra Jr:, scomparso di recente, è stato un cantante apprezzato, ma niente di paragonabile a papà Frank, e lo stesso può dirsi di sua sorella Nancy e di Lisa Marie Presley, figlia di Elvis, e di Arlo Guthrie, che ha goduto di stima critica ma è sempre rimasto lontano dalla statura del padre Woody; Ziggy Marley, figlio di Bob, ha avuto un po’ di successo, ma senza scalfire l’enorme popolarità del padre; Nathalie Cole è una cantante di buon successo, ma suo padre Nat “King” resta inarrivabile; Norah Jones, figlia di Ravi Shankar, è una cantante molto apprezzata – ma non suona il sitar da virtuosa come il papà; Jason Bonham è un ottimo batterista – ma suo padre John è stato un mito, così come Dweezil Zappa è un eccellente chitarrista, ma papà Frank è stato un genio; le doti effettive di Charlotte Gainsbourg sono ancora da valutare, ma Serge sarà difficile da eguagliare.

A casa nostra, i figli di Mina non si sono messi sulle orme della madre (sì, Massimiliano Pani ha anche cantato, ma ha scelto il mestiere del produttore discografico); i figli di Adriano Celentano hanno, tutti e tre, inciso dischi, ma mentre Rosalinda e Rosita hanno lasciato perdere, il solo Giacomo ha continuato a cantare (ah, non lo sapevate? Appunto…); Massimo Modugno non ce l’ha fatta a eguagliare il (peraltro inimitabile) papà Domenico; Manuela resterà sempre “la figlia di Claudio Villa”; i figli di Gianni Morandi, Marco e Pietro (quest’ultimo recentissimamente con il nome d’arte di Tredici Pietro) hanno cantato, ma sono lontanissimi dalla celebrità paterna; alcuni “figli dei Pooh” ci hanno provato, poi hanno cambiato strada (Francesco Facchinetti, alias DJ Francesco, figlio di Roby, ora è manager di cantanti, e Daniele Battaglia, figlio di Dodi, ora è conduttore radiofonico); solo Phil Mer, figlio di Red Canzian, sta portando avanti una buona carriera da batterista (di Chiara, la figlia di Red, si sono un po’ perse le tracce).

Enrico “Pico” Ruggeri ha scelto la via del rap, anche con risultati interessanti, ma papà Enrico senior è assai più noto di lui; Gianluca Guidi, figlio di Johnny Dorelli, è più attore e conduttore radiofonico che cantante; Giovanni Baglioni è un buon chitarrista, ma non cantautore come Claudio; Paolo Jannacci è uno stimatissimo musicista e arrangiatore, ma non cantautore come il padre Enzo; Maurizio Lauzi ci ha provato ma non ha ottenuto i risultati del padre Bruno; Filippo Graziani invece è cantautore come il padre Ivan, ma per il momento la sua carriera non è decollata; Irene Fornaciari, figlia di Zucchero, fatica a trovare una sua strada autonoma, pur essendo dotata vocalmente; Cristiano De André è cantautore come il padre Fabrizio, ma di lui, purtroppo, si è sempre parlato più per i comportamenti pubblici e privati che per le doti musicali (che pure possiede, eccome – è un polistrumentista ragguardevole), e che, penalizzato com’è dalla grande somiglianza fisica e vocale con il genitore, negli ultimi tempi ha dovuto accettare di diventare un esecutore delle canzoni del padre, più che un interprete delle sue.

Avrò sicuramente dimenticato qualcuno, ma insomma il panorama è questo. E adesso arriva sulla scena Davide Rossi, figlio di Vasco: che dopo alcuni buoni esiti come attore, e alcune collaborazioni come autore per altri cantanti, debutta in proprio, a trentadue anni, anche mettendoci la voce. È uscita da pochi giorni la canzone del suo debutto, che s’intitola A morire ci penso domani, e che potete ascoltare qui di seguito:

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Facciamo così: diciamo che è presto per esprimere un giudizio (perché la prima reazione rischierebbe di essere ingenerosa), e diamogli una seconda possibilità; lo aspettiamo alla prossima prova.

 

F. Canzonettari

 

(Nella foto Davide Rossi)