Pubblicato il 13/09/2018, 19:32 | Scritto da Tiziana Leone

Romolo+Giuly: l’irriverenza di una serie che supera il perbenismo con ironia e intelligenza

Romolo+Giuly: l’irriverenza di una serie che supera il perbenismo con ironia e intelligenza
Presentata oggi la serie al via su Fox lunedì alle 21.15, prodotta dalla Wildside di Mario Gianani e Lorenzo Mieli, con Lorenzo Gangarossa e con Zerosix Productions.

Nel cast oltre ai due protagonisti Alessandro D’Ambrosi e Beatrice Arnera figurano Fortunato Cerlino, Giorio Mastrota, Massimo Ciavarro, Michela Andreozzi e Francesco Pannofino

Non c’è solo la Roma coatta di Ostia e quella sofisticata di Ponte Milvio, ma c’è anche la Milano fighetta che vuol prendersi il ruolo di capitale, la Napoli che rivuole indietro il suo regno delle due Sicilie, la Pianura Padana contadina della Lega che punta all’indipendenza con i trattori, la Sicilia che si infila ovunque con la sua mafia e poi ci sono loro Romolo e Giuly, figli di due famiglie rivali in una capitale divisa a metà tra chi mangia sushi e chi il panino di Ali Babà.

In Romolo+Giuly, la serie al via su Fox lunedì 17 settembre alle 21.15, c’è tutta l’Italia dei campanili, fatta di luoghi comuni, ma anche di inevitabili realtà. E se le tre menti della serie, Michele Bertini Malgarini (che cura anche la regia), Giulio Carrieri e Alessandro D’Ambrosi (che interpreta Romolo) hanno immaginato di affidare a Giorgio Mastrota, che interpreta proprio Giorgio Mastrota, il ruolo del boss milanese che decide di occupare Roma, toglierla ai romani, renderla un parco a tema e consegnarla finalmente ai milanesi, è evidente che l’intento era solo uno: essere irriverenti, senza curarsi del politically correct.

Se poi insieme a Mastrota hanno piazzato un pupazzo che si chiama Tciù che vive con il complesso di Uan, e qui solo chi è nato negli anni ’70 potrà capire, è evidente che la scorrettezza poteva essere il loro unico modo per fare di questa serie di Fox qualcosa di diverso dalla solita fiction. Loro ancora non ci credono. «Tre anni fa eravamo un link su Vimeo e ora siamo in prima serata su Fox», commenta il regista.

Piena di citazioni di film , serie, fiction, cartoni animati e persino video giochi, ricca di personaggi nel ruolo di se stessi, da Paolo Bonolis, a Giorgio Panariello, a Umberto Smaila, Romolo + Giuly, è uscita dal raccordo per scovare nella Napoli di Gomorra il suo Pietro Savastano e riportarlo alla sua realtà, dove non è più un boss, ma Don Alfonso un signore che vive in vestaglia, deciso a riportare l’orologio indietro al regno delle due Sicilie, subissato da una madre che lo riempie di polpette e babà in cerca di una moglie che lo accudisca. Il volto è sempre quello di Fortunato Cerlino.

Il tutto mentre a Roma, i Copulati e i Montacchi combattono la loro guerra per prendersi la capitale, dove la Suburra di Ostia è guidata dai Montacchi che gestiscono i rifiuti e vogliono trasformare il Vesuvio nella più grande discarica naturale e i Copulati, interpretati da Massimo Ciavarro e Michela Andreozzi, vivono nell’upper side di Vigna Clara dove vige una sola legge: il Botox per tutte. Nel mezzo i due giovani innamorati Romolo e Giuly, che ha il volto di Beatrice Arnera. A completare il quadro c’è la Milano massona governata da un Presidente di Regione che si professa milanese, ma è romano, tifa Lazio, odia la nebbia e vuol portare la settimana della moda nella capitale. A dargli il volto è Francesco Pannofino.

È evidente che per quanto si possa raccontare, la serie di Fox va vista, perché dopo Boris è l’unica in grado di scardinare la tradizione, nonostante sul web ci sia già chi la critica, persone offese dalle caricature sulla propria città, che sia Napoli, Roma o Milano. «Vuol dire che l’abbiamo fatta bene», scherzano gli autori.

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto una scena di Romolo+Giuly)