Pubblicato il 01/09/2018, 18:00 | Scritto da F. Canzonettari

Le indimenticabili sigle della Tv: “Almanacco”, 1963

Le canzoni, come sigla – iniziale o finale – di un programma televisivo, non s’usano più molto, o almeno non si usano più nello stesso modo. Ma agli inizi della storia della televisione italiana sono state molte le canzoni che, dall’essere proposte come sigle di apertura o chiusura di un programma, sono diventate grandi successi popolari. Mi fa piacere riproporvene qualcuna (F. Canzonettari)

“Almanacco” – il titolo completo era “Almanacco di storia, scienza e varia umanità” – è stato un programma televisivo di divulgazione culturale, andato in onda dal 1963 al 1968 sul Programma Nazionale con cadenza settimanale, inizialmente il giovedì e in seguito il mercoledì.

Nei primi quattro anni la trasmissione era presentata da Giancarlo Sbragia, negli ultimi due da Nando Gazzolo. Nel comitato di redazione figuravano studiosi e docenti universitari come Ginestra Amaldi (moglie del fisico Edoardo Amaldi), Carlo Bo, Alfonso Gatto e Gabriele De Rosa; come è evidente, un bell’esempio della televisione “educativa”, com’era previsto che fosse la televisione di Stato negli anni Cinquanta e Sessanta.

Coerentemente con l’alto livello culturale della trasmissione, la sigla iniziale era una musica tratta dal poema sinfonico “Les Préludes” di Franz Liszt. La sigla finale, “La ballata del tempo”, era invece una canzone, ma di nobili origini: la musica era firmata dal maestro Gino Peguri, stimato autore di colonne sonore; il testo era stato scritto nientepopodimeno che dal poeta Alfonso Gatto; e per cantarla si era scomodata un’attrice di prima grandezza come Lea Massari, che solo l’anno prima si era cimentata nella canzone in quanto fra le interpreti, nel ruolo di Rosetta, della commedia musicale “Rugantino” di Garinei e Giovannini, Pasquale Festa Campanile, Massimo Franciosa, Luigi Magni, le cui canzoni erano state scritte da Armando Trovajoli.

Ecco qui di seguito “La ballata del tempo”: