Pubblicato il 29/08/2018, 18:03 | Scritto da Andrea Amato
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Dazn-Sky: l’Antitrust apre due istruttorie sull’accordo della Serie A

Sky e Dazn sotto la lente dell’Antitrust

In molti se l’aspettavano, perché la fretta dovuta ai tempi stretti del bando di assegnazione dei diritti televisivi dei prossimi tre campionati di Serie A non ha certo aiutato, e così è intervenuta ieri l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.

L’Antitrust ha infatti avviato, su segnalazione di singoli consumatori e di alcune Associazioni di consumatori, due procedimenti istruttori per presunte pratiche commerciali scorrette e possibili violazioni dei diritti dei consumatori nei confronti di Sky Italia e di Perform, ovvero il Gruppo proprietario di Dazn, la piattaforma in streaming, con riferimento alla commercializzazione dei pacchetti delle partite di calcio per la stagione 2018-2019.

Secondo l’Autorità, Sky avrebbe adottato modalità di pubblicizzazione dell’offerta del pacchetto calcio che, in assenza di adeguate informazioni sui limiti dell’offerta relativi alle fasce orarie, potrebbero avere indotto i nuovi clienti ad assumere una decisione commerciale non consapevole.

Per quel che riguarda i clienti già abbonati al pacchetto calcio, la condotta di Sky potrebbe presentare profili di aggressività, come recita il comunicato ufficiale: «In quanto, a fronte di un significativo ridimensionamento del pacchetto in relazione al numero delle partite trasmesse e in assenza dell’informativa sulla possibilità di recedere dal contratto senza penali, costi di disattivazione e senza la restituzione degli sconti fruiti, il professionista avrebbe indotto tali soggetti a rinnovare l’abbonamento nell’erroneo convincimento che l’offerta non fosse mutata. Sky potrebbe altresì avere violato l’articolo 65 del Codice del consumo non avendo acquisito il consenso del consumatore rispetto alla nuova opzione del pacchetto calcio 2018-2019».

Dazn, invece, è sotto inchiesta da un lato per l’enfasi data al claim pubblicitario: «Quando vuoi, dove vuoi», che farebbe intendere al consumatore di poter utilizzare il servizio ovunque si trovi, omettendo le limitazioni tecniche che potrebbero impedirne o renderne difficoltosa la fruizione. Dall’altro, i messaggi che indicherebbero la possibilità di poter fruire di un “mese gratuito” di offerta del servizio “senza contratto”, mentre in realtà il consumatore stipula un contratto per il quale è previsto il rinnovo automatico, con conseguente esigenza di esercitare l’eventuale recesso per non rinnovarlo.

Inoltre, l’iscrizione per la fruizione gratuita del primo mese comporta l’automatico addebito dell’importo per i mesi successivi, in quanto il consumatore, creando l’account, darebbe inconsapevolmente il proprio consenso all’abbonamento al servizio, dovendosi attivare per esercitare il recesso e quindi evitare gli addebiti automatici.

Quindi, non solo non c’è pace per i tifosi di calcio, abbacinati dalle offerte e dallo “spezzatino” temporale e di fruizione del Campionato, ma è un momentaccio anche per i pubblicitari, che non possono più affidarsi alle iperboli per i loro spot.

 

Twitter@AndreaAAmato