Pubblicato il 28/08/2018, 19:31 | Scritto da Gabriele Gambini

Donald, Nello e Riccardo: chi sono i protagonisti di Affari a 4 ruote Italia

Donald, Nello e Riccardo: chi sono i protagonisti di Affari a 4 ruote Italia
Uno è il Boss, dirige le trattative. L'altro è il Principe, le trattative le conduce con modi eleganti ma fermi. Poi c'è il Profeta, meccanico che ha l'ultima parola sul restauro delle auto presentate nel programma. Benvenuti nell'edizione italiana di un format di culto.

Affari a 4 ruote Italia andrà in onda su Dmax (canale 52 DTT) da giovedì 30 agosto alle 21.25

C’è Donald, detto Il Boss, al secolo Salvatore Nobili. Una tinta tricologicamente repubblicana che ricorda il numero uno della Casa Bianca, una passione trasversale per le auto d’epoca che lo ha portato a fondare GialloQuaranta, con cui importa Rolls Royce e Bentley. Poi c’è Nello, detto Il Principe, al secolo Antonello Salzano. Nel suo soprannome c’è il portamento aristocratico di chi ha frequentato i salotti dell’alta borghesia internazionale per cercare i suoi gioielli automobilistici. E c’è Riccardo, il Profeta, al secolo Riccardo Angeli. Capello lungo e barba da santone, meccanico per passione e per mestiere. Quando valuta lui il motore di un’auto, è come se parlassero le Tavole della Legge.

I tre protagonisti di Affari a 4 ruote Italia (6 eps. x 60’, produzione originale Discovery Italia realizzata da Pesci Combattenti), versione italiana del noto format sulla compravendita di auto d’epoca in onda su Dmax giovedì 30 agosto alle 21.25, puntano all’alta riconoscibilità. Un po’ come il sacro terzetto di un talent show gastronomico. Solo che qui si cucinano auto. Si bilancia una tematica testosteronica con un gusto vintage stiloso. Non scordando la componente aspirazionale: i bolidi trattati nel programma non sono a portata di tutte le tasche, ma ogni tanto è bello vederli, sognarli, per poi tornare alla realtà sgasando il Pandino nel garage.

Andate in giro per l’Italia a caccia di trattative vantaggiose su auto d’epoca che poi rimettete a nuovo mostrandone per filo e per segno il percorso. Presentatevi.

Donald: Il perché del mio soprannome è evidente dal colore dei miei capelli. Non mi dà fastidio, mi guardo allo specchio ogni mattina e mi vedo bene. Forse perché la questione estetica è bilanciata da quella professionale. Mio padre nasce a Viterbo nel 1913, era l’unico meccanico della città. La passione per le auto l’ho presa da lui. Una tradizione di famiglia che mi ha permesso di diventare imprenditore nel settore.

Nello: Mi chiamano il principe perché affronto le trattative con garbo ma anche con sicurezza. Nella vita sono avvocato penalista a Napoli, la mia sicurezza caratteriale nasce col mio mestiere. Ma le auto sono la grande passione della mia vita. Sono presidente dell’AciCaserta, ho girato mezzo mondo facendo trattative. Mio padre era un ottico, ma l’occhio sapeva posarlo anche sulle belle macchine: le Porsche su tutte e, per quanto riguarda le moto, fu uno dei primi collaudatori di Mv Agusta nel casertano. Comprò una Porsche 911s che, alla sua morte, ho sistemato personalmente. Sono nato in mezzo a gare domenicali e motori: Giuliette Spider, Topolino Belvedere di mio nonno.

Riccardo: Io sono Il profeta perché i miei giudizi sui motori sono insindacabili. E poi perché ho l’aspetto da santone (ride, ndr). Faccio il meccanico da nove anni, attualmente ne ho 32. Donald dirige le operazioni, Nello studia le trattative, io valuto meccanica, motori e affini. Ho fatto della mia passione il mio lavoro ed è ciò che desidero fare di più, nella consapevolezza che in un mestiere artigianale non si smette mai di imparare.

Come si conduce un buon affare?

Donald: Spesso i buoni affari nascono a tavola. Quando tra i commensali c’è un medico, di solito c’è chi inizia a elencargli le proprie patologie. Se a tavola siede chi si occupa di auto d’epoca, ci sarà sempre qualcuno che invece proporrà di visionare la vecchia auto del nonno custodita in rimessa. Nel programma io guiderò le trattative, Nello operativamente se ne occuperà con la sua esperienza. A Riccardo è affidata tutta la componente del restyling meccanico.

Nello: Col mestiere di avvocato sono stato spesso nel Nord Italia e ho avuto modo di iniziare la mia esperienza nelle trattative. Sono entrato in ottimi rapporti con Mauro Forghieri, conoscevo bene Tom Tjaarda. In generale, ho imparato che l’interlocutore non deve mai percepire troppo il tuo interesse nell’affare. Poi si deve sviluppare l’occhio nei confronti dei dettagli: dalla misurazione dello stucco, al saper inquadrare la carrozzeria e le componenti secondo il periodo storico in cui l’auto è stata prodotta. Per esempio gli anni ’70 non sono stati il momento migliore per Alfa Romeo.

Riccardo: Stare molto attenti ai potenziali imbrogli, alle auto ricarrozzate, ai fake costruiti con estrema precisione. Ci sono esami specifici molto approfonditi che consentono di smascherare le truffe. Quello delle auto d’epoca è un ambito in cui gira molto denaro, è normale che vi siano vari tipi di ambizione in gioco.

L’auto posseduta o guidata che vi rende più orgogliosi?

Donald: Mi sono occupato per 30 anni di Morgan, poi sono arrivate le Rolls Royce. Entrambe hanno un posto speciale dentro di me.

Nello: La Ferrari 250 GT Cabriolet usata nel film La Pantera Rosa, con Peter Sellers. La mia. La comprai in Francia. Presi un aereo per Parigi dove mi aspettava un broker che mi disse che l’auto si trovava a Reims. Ci andai noleggiando una Renault Twingo dopo aver ingurgitato tre kebab perché, per l’emozione, non mangiavo da un giorno intero. Arrivato lì, seguii un uomo che mi aspettava su una Citroen. Arrivai in un garage dove, oltre alla Ferrari, c’era anche una Maserati Mistral e altre auto prestigiose. Iniziai la trattativa con il nipote della proprietaria, facendo fare segretamente dei controlli sull’autenticità dell’auto tramite Ferrari. Tornai in Francia poco tempo dopo e mi accordai. Ho anche un grande rimpianto: una Miura T400s. Costava tantissimo e non la comprai, ma oggi si sarebbe rivalutata.

Riccardo: Mettere le mani su una DS come si vedrà in una puntata del programma mi ha appagato moltissimo. Il sogno è lavorare su una F40. In generale adoro mettermi alla prova sulle Porsche perché portano in dote una filosofia molto particolare sulla meccanica che le rende uniche.

Che cosa rende peculiare questo programma?

Donald: Apre la mente alle nuove generazioni sul patrimonio culturale e storico rappresentato dalle auto d’epoca. E mi auguro invogli i giovani ad appassionarsi a mestieri artigianali come quello del meccanico, oggi snobbato, in realtà portatore di una grande professionalità e di qualità indispensabili nella nostra società. In passato avevo pensato anche di fondare una scuola per aspiranti meccanici chiamando a insegnare i grandi di questo mestiere.

Nello: Il realismo del programma è il suo punto di forza. Tutti e tre siamo noi stessi e non fingiamo mai davanti alla telecamera. Raccontiamo come le grandi auto siano un mezzo di diffusione di una cultura nel mondo, ma mostriamo anche il lavoro che c’è dietro alla creazione degli accessori, delle componenti costituitive di un’auto.

Riccardo: Al racconto storico si mescola la componente del racconto su come le auto d’epoca siano considerate in Italia. Rispetto all’Inghilterra, infatti, in Italia prevale un approccio conservatore. Il custom è guardato con sospetto. Ma è anche una questione generazionale. Se i giovani italiani iniziassero a interessarsi in numero maggiore alle auto d’epoca, scoprirebbero il bello di vivere una macchina a tutto tondo. Magari forzando anche i paletti conservatori e sbizzarrendosi con le personalizzazioni.

 

Gabriele Gambini

 

(Nella foto i protagonisti di Affari a 4 ruote Italia)