Pubblicato il 26/07/2018, 19:01 | Scritto da Gabriele Gambini

Rai Teche acquisisce l’archivio di Vito Liverani: 3 milioni di scatti che raccontano l’Italia

Vito Liverani è stato il primo fotografo che ha trasformato in mestiere strutturato il fotogiornalismo, intuendone la portata narrativa e aprendo, da precursore, la prima agenzia fotografica sportiva d’Italia, la Omega Fotocronache

Coppi e Bartali che si scambiano la borraccia al Tour de France in un compendio degli opposti capace di segnare un’epoca sportiva. E ancora. Oltre tre milioni tra negativi, diapositive e stampe che attraversano i decenni di storia d’Italia. Dalla politica all’economia, dalla scienza agli albori pionieristici della televisione.

Vito Liverani è stato il primo fotografo che ha trasformato in mestiere strutturato il fotogiornalismo, intuendone la portata narrativa e aprendo, da precursore, la prima agenzia fotografica sportiva d’Italia, la Omega Fotocronache. In molti si sono presentati alla sua porta, nel passato recente, chiedendo di acquisire l’intero materiale. «Un giorno è venuto un signore, mi ha offerto 170mila euro per rilevare l’archivio, lo voleva comprare per organizzare mostre. Occorre però un minuzioso lavoro di catalogazione e in giro non vedo appassionati. Per fare questo lavoro bisogna amare fino in fondo la fotografia», ha detto Liverani.

Il “no” a compratori velleitari è diventato “sì” alla Rai a un prezzo più basso rispetto alle offerte precedenti. L’azienda di viale Mazzini preserverà l’intera raccolta, incastonandola nelle sue Teche già ricche. Garantendone la conservazione per le future generazioni e la digitalizzazione.

«Parliamo di oltre tre milioni di negativi di qualità eccellente. Siamo nella fase in cui acquisire un patrimonio di questa natura significa conservazione che per le Teche è sinonimo di digitalizzazione, che peraltro facciamo tutta in casa» spiega Maria Pia Ammirati, direttrice di Rai Teche. «La conservazione è un passaggio fondamentale: passiamo da cinquantamila a tre milioni di negativi. Un salto enorme». L’archivio passa dagli uffici di via Lumiere a quelli di corso Sempione a Milano.

«Nella vita ho solo lavorato. Sono nato fotografo» ammette Liverani. «Entrai per caso a 13 anni da un fotografo in via Passerella 3, si chiamava Baratelli. Ho capito in quello stesso giorno che avrei fatto questo mestiere».

 

Gabriele Gambini

 

(In apertura una foto di Vito Liverani)