Suburra, ecco come cambierà: parlano i protagonisti impegnati sul set della seconda serie
Alessandro Borghi (Aureliano), Giacomo Ferrara (Spadino), Eduardo Valdarnini (Lele) raccontano come evolveranno i loro personaggi in Suburra 2, nel 2019 su Netflix
Tra un ciak e l’altro delle riprese di Suburra 2 in corso a Roma, i protagonisti Alessandro Borghi, volto di Aureliano,Giacomo Ferrara, Spadino ed Eduardo Valdarnini, Lele raccontano cosa succederà ai loro personaggi
Come evolveranno i vostri personaggi?
Borghi/Aureliano: «La prima stagione è stata come un romanzo di formazione di tre ragazzi, costretti a barcamenarsi in un mondo più grande di loro. Nella seconda sono più consapevoli»
Ferrara/Spadino: «Se nella prima stagione erano focalizzati a trovare il loro posto nel mondo, stavolta fanno scelte di vita che li portano verso una linea dritta. Spadino ha fatto finalmente la sua scelta: è “zingaro e frocio”, prima lo rinnegava, ora cerca di portare avanti entrambe le sue convinzioni».
Quale sarà il loro obiettivo in questa seconda stagione?
Borghi: «Conquistare Roma».
Nell’ultima puntata della scorsa serie Lele decideva di entrare in polizia, una scelta che porterà avanti?
Eduardo Valdarnini/Lele: «Lele si trova in polizia, ma è ancora invischiato con il suo vecchio mondo. Se diventa viceispettore è grazie allo zampino di Samurai. Acquisisce nuovo potere, però ha anche una nuova idea di gestione del potere».
Sono tutti più spietati?
Borghi: «Il target diventa più alto e si alza la posta in gioco».
Ferrara: «Diciamo che i nostri personaggi diventano più chirurgici».
È cambiato il vostro approccio nei confronti dei personaggi dopo il successo della prima serie?
Borghi: «Certamente l’approccio è diverso. Aureliano ha anche cambiato completamente look, mi vedete, sembro il nonno di quello della prima stagione. Lo guardo con un altro occhio e un’altra consapevolezza. Noi attori abbiamo l’ossessione di voler mostrare sempre qualcosa di diverso, e credo di aver trovato la chiave per mostrare un altro Aureliano».
Ferrara:«Ora abbiamo più opportunità per raccontare nuove sfumature dei nostri personaggi».
Sulla solita polemica del fascino del male che scatenano serie come queste, cosa rispondete?
Ferrara: «Che i nostri sono degli antieroi da cui bisogna prendere le distanze».
Per recitare in film così nascere in periferia aiuta?
Borghi:«Io sono cresciuto alla Magliana, ho vissuto alla Rustica e ho un ristorante ai Parioli, ma credo che ognuno si senta a proprio agio in certe realtà: ho avuto la fortuna immensa di avere a che fare con la strada. So guardare certe realtà con occhi diversi, veri. Ora va di moda prendere una telecamera, andare in periferia e girare un film, ma se non sai come guardarla è tutto inutile».
Suburra è realtà o finzione?
Borghi:«Mescoliamo i due mondi, noi per esempio raccontiamo che un sindaco eletto sta a cena con i Casamonica. Ecco, poi vai a vedere se è successo in realtà… ».
Quante altre Suburra siete disposti a fare?
Ferrara: «Per ora resto focalizzato su questa. Poi vediamo. Preferisco pensare a una cosa per volta, se penso alla giostra che c’è intorno diventa tutto troppo grande».
Borghi: «Se mi promettono che mi fanno fare Stranger Thingsfirmo per altre tre serie».
Sentite la responsabilità di essere parte di un successo internazionale?
Borghi: «Altroché, qua si respira aria internazionale, un giorno potrebbero anche chiamarmi per fare Superman».
Tiziana Leone
(Nella foto i protagonisti di Suburra)