Pubblicato il 08/07/2018, 18:45 | Scritto da La Redazione

Pubblicità e betting: spaventa il calcio e le tv lo stop dal 2019

Pubblicità e betting: spaventa il calcio e le tv lo stop dal 2019
Le regole, i tempi di entrata in vigore e gli effetti del decreto dignità del viceministro Luigi Di Maio, per la parte con le misure contro la ludopatia. In ballo ci sono 100 milioni sui mezzi classici e più di 100 sulle altre forme di comunicazione.

Regole vincolanti per l’advertising

Del divieto alla pubblicità di giochi e scommesse parla soprattutto l’articolo 8 del ‘decreto dignità’ appena pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dal governo guidato da Giuseppe Conti, ma con il ruolo del ministro e vicepremier Luigi Di Maio che è stato decisivo nella formazione e definizione del provvedimento.

Vale la pena leggere nel dettaglio l’articolo. Che dice: Ai fini del rafforzamento della tutela del consumatore e per un più efficace contrasto alla ludopatia, a decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto è vietata qualsiasi forma di pubblicità, anche indiretta, relativa a giochi o scommesse con vincite di denaro, comunque effettuata e su qualunque mezzo, incluse le manifestazioni sportive, culturali o artistiche, le trasmissioni televisive o radiofoniche, la stampa quotidiana e periodica, le pubblicazioni in genere, le affissioni ed internet. Dal 1° gennaio 2019 il divieto di cui al presente comma si applica anche alle sponsorizzazioni di eventi, attività, manifestazioni programmi, prodotti o servizi e a tutte le altre forme di comunicazione di contenuto promozionale, comprese le citazioni visive ed acustiche e la sovraimpressione del nome, marchio, simboli, attività o prodotti la cui pubblicità, ai sensi del presente articolo, è vietata. Sono escluse dal divieto di cui al presente comma le lotterie nazionali a estrazione differita di cui all’articolo 21, comma 6, del decreto-legge 1o luglio 2009, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102 e i loghi sul gioco sicuro e responsabile dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli. Unica attenuazione, Il comma 5 prevede una disposizione transitoria volta a fare salvi i contratti di pubblicità in corso di esecuzione alla data di entrata in vigore del decreto ai quali resta applicabile la normativa vigente anteriormente a tale data.

Come andrà a finire? Il decreto va convertito in legge, le regole di attuazione potrebbero cambiare qualcosa e c’è poi da vedere se la Corte dei Conti approverà l’impianto complessivo del decreto. Che promette un impatto notevole. La spesa del settore viene stimata nel 2017 a oltre 200 milioni, con circa 100 milioni tra tv e online (con una quota importante di Mediaset ma con un ruolo molto forte della tv a pagamento che non ha gli obblighi e i vincoli delle generaliste) e più di 100 milioni rappresentato dagli eventi e dalle altre modalità di comunicazione.