Pubblicato il 02/07/2018, 19:03 | Scritto da Gabriele Gambini

David Parenzo: Il mio contratto a Radio24 scade a luglio, vedremo cosa succederà, ora penso a In Onda

David Parenzo: A In Onda vogliamo invitare anche esperti e accademici per dare valore a quei dati e quei numeri che spesso in Italia vengono contestati per spirito di propaganda

L’anno scorso aveva risposto a chi – commentando la sua esposizione televisiva del periodo estivo – lo aveva definito un lavoratore stagionale: «Lavoratore stagionale non è una qualifica con valore dispregiativo, ma la tv è un flusso non incastonabile in una sola stagione dell’anno».

Un po’ come la politica, che in estate può diventare rovente anche se la gente va in vacanza. Argomenti, politica e tv, che David Parenzo conosce bene. Così come conosce bene il suo compagno d’avventura a In onda (su LA7 da lunedì 2 luglio alle 20.30), Luca Telese. Ai tempi in cui Parenzo conduceva Iceberg su Telelombardia, fu Telese a presentargli Giuseppe Cruciani, contribuendo a formare la coppia radiofonica de La Zanzara, su Radio 24.

Tu e Telese tornate a In Onda dopo l’esperienza dell’anno scorso. Cambieranno le dinamiche?

Le dinamiche inevitabilmente non possono essere le stesse perché cambiano i temi all’ordine del giorno. Constato che il mio amico Luca si è avvicinato a qualche tesi grillino-sovranista (ride, ndr).

Ma come? In una recente intervista si è dichiarato uomo di sinistra.

Certo che è uomo di sinistra, ci conosciamo da quindici anni, ma non si dice del resto che i Cinque Stelle abbiano affascinato molti simpatizzanti della sinistra?

Hanno dunque ragione i Diego Fusaro quando rifiutano la dicotomia destra/sinistra avvicinandosi a contrapposizioni come comunitarismo/mondialismo?

Amico mio, se mi citi filosofi come Galimberti o Cacciari ti rispondo, se mi citi Fusaro ti abbraccio ma non ti seguo. Posso dirti che Fusaro è stato bravo a intercettare lo spirito di questi tempi, facendosi credere da quanti sostengono che destra e sinistra non esistano. Ma il mix tra gramscismo, spruzzate di Hegel e elementi di destra fa scaturire ibridi pericolosi.

Che cos’è di sinistra oggi?

Essere di sinistra per me oggi significa credere fortemente nell’Europa come la pensava Altiero Spinelli. Significa credere che la tutela dei lavoratori non passi dal conflitto di piazza. Confindustria oggi parla di Europa, di regole per il mercato, porta sul tavolo argomenti che possono giovare ai lavoratori. Qualcosa di diverso dall’Europa sovranista delle nazioni.

L’ultimo consiglio europeo in tema migranti ha impresso una direzione più vicina alle tematiche identitarie.

Ha vinto la linea Orban, secondo me. Ma che vittoria è lasciare un barcone in mezzo al mare?

Però gli elettori stanno con Salvini e con chi chiede controlli e confini.

Molte persone, soprattutto chi vive nelle periferie e nei piccoli centri, sono state tagliate fuori dal cambiamento proposto dall’Europa. Anzi, l’Europa non l’hanno vista proprio. Salvini è stato molto bravo a guidare una campagna elettorale casa per casa adattandosi alle specificità di chi andava a incontrare.

I governi che si sono avvicendati in Italia qualche responsabilità non ce l’hanno?

Cinque governi non eletti sono stati percepiti male dalla gente, lo stesso Renzi ha la responsabilità di aver gestito male parte della comunicazione, questo è indubbio.

Che cosa chiederete a Di Maio durante la prima puntata?

Hai presente quando le grandi operazioni di polizia vengono nominate con appellativi epici come “Operazione Tempio Maledetto”, “Operazione Toro” e così via? Ecco, cercheremo di capire se nei provvedimenti che l’attuale governo prenderà ci sarà davvero un tono di fondo epico o se i vincoli attuali impediranno svolte radicali annunciate in campagna elettorale. Penso al Job Act.

Flat Tax leghista da una parte e reddito di cittadinanza grillino dall’altra. Un ircocervo o un’operazione credibile?

Rispondo alla domanda con un’altra domanda: di quali numeri possiamo fidarci in Italia? Ogni centro studi che ne fornisce alcuni viene puntualmente accusato di essere di parte e di fare propaganda per questo o quel partito. Per questo a In Onda inviteremo esperti e accademici. Vogliamo dare autorevolezza ai numeri in maniera oggettiva, senza che qualcuno metta il “ma” davanti a ogni dato.

Un vizio un po’ di tutta l’attuale classe dirigente?

Diceva Einaudi: conoscere per deliberare. Non amo che ogni confronto sui numeri degeneri in una rissa. Mi piacerebbe che la nuova classe dirigente, il governo soprattutto ma anche l’opposizione, sapesse confrontarsi sui dati oggettivi. Mi pare che il ministro Tria sia tra i più attenti in questo senso. Parla poco e cerca di controllare.

Chi è l’opposizione oggi?

Forse uno bravo all’opposizione è Fico, non trovate? (ride, ndr).

Battuta carina. E Berlusconi che farà?

Mai dire mai con Berlusconi. Si riposerà in estate e magari tornerà protagonista in autunno.

A fianco della Lega?

Affiancarsi ai vincitori è un vizio italico tipico e in questo momento Salvini è un vincitore. Ma non si può mai prevedere nulla con Berlusconi, ripeto.

Come si trova a LA7 a trazione Salerno?

La7 da anni sa azzeccare nomi e programmi per fare un approfondimento articolato, mai urlato. È una rete in cui mi trovo benissimo. Salerno ha consolidato ottimi programmi e inserito novità di successo.

A La Zanzara siete sempre corteggiati per la nuova stagione?

Se uno non fosse corteggiato sarebbe spiacevole. Essere corteggiati è bello. Ma ho anche voglia di fare qualcosa di nuovo. Il mio contratto con Radio24 scade a luglio. Ci siederemo a un tavolo e parleremo.

 

Gabriele Gambini

 

(Nella foto David Parenzo)