Pubblicato il 25/06/2018, 19:03 | Scritto da Gabriele Gambini

Il Generale Lee di The Dukes of Hazzard arriva a Milano: la serie torna su Spike

Il Generale Lee di The Dukes of Hazzard arriva a Milano: la serie torna su Spike
Non è un caso se avete in questi giorni visto transitare per Milano una Dodge Charger RT del 1969 in livrea total orange e bandiera dei “sudisti” disegnata sul tetto. Ha lanciato il ritorno della mitica serie anni '80 su Spike.

The Dukes of Hazzard va in onda dal lunedì al venerdì alle 19.10 su Spike, canale 49 del DTT

Il rapporto controverso tra la mitica auto Generale Lee e le divise ha radici così profonde da essere uno dei capisaldi narrativi della serie tv The Dukes of Hazzard, quella degli inseguimenti infiniti nella verdissima contea della Georgia, quella dell’infido affarista Boss Hogg e dei cugini Duke, quella della cuginetta Daisy, che con i suoi shorts ha fatto diventare adulti molti dei fanciulli nati negli anni ’80.

Non è un caso se avete in questi giorni visto transitare per Milano una Dodge Charger RT del 1969 in livrea total orange e bandiera dei “sudisti” disegnata sul tetto. È lei il Generale Lee, emblema della serie, unica auto dell’immaginario televisivo a essere riconosciuta come parte integrante di una tradizione di fruizione domestica assieme alla SuperCar di The Knight Rider.

È stata utilizzata come leva per un progetto di comunicazione integrata di Spike, il canale a target maschile di Viacom International Media Networks Italia, disponibile sul 49 del digitale terrestre (DTT) e sul 26 di Tivùsat. Non è un caso nemmeno che la Polizia Locale abbia multato la macchina per un parcheggio in sosta vietata, pur col timore reverenziale di trovarsi di fronte a un cimelio televisivo leggendario. Come si diceva, tra Il Generale Lee e le divise, il rapporto è sempre stato controverso.

L’iniziativa di Spike prevedeva un giro di un’ora per le strade di Milano offerto ai giornalisti e le conseguenze sono state destabilizzanti. Occhi puntati addosso a ogni semaforo, rombo del motore da farti credere di essere davvero inseguito, sensazione di onnipotenza, desiderio di andare in garage e sgasare la Panda.

Ma dovrebbero essere i millennials, i veri destinatari del ritorno della serie, in onda dal lunedì al venerdì alle 19.10. È un vintage che tira, e sa inserirsi ancora oggi nell’immaginario collettivo.

Per chi non la conoscesse, ecco alcuni riferimenti:

Hazzard unisce immagini spettacolari di auto che sfrecciano a 100 miglia orarie a un clima scanzonato, dove trova spazio l’eterna rivalità tra lo Zio Jesse e Boss Hogg, miccia che accende tutte le vicende narrate.
I due, prima della dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti, erano soci nella produzione e nel contrabbando di whisky, ma quando il proibizionismo rese illegale questa attività si separarono: lo zio Jesse, un tempo il miglior contrabbandiere e pilota di tutta la contea, ha continuato a dedicarsi al contrabbando diventando il “patriarca” della famiglia Duke, mentre Boss Hogg si è fatto eleggere governatore per poter controllare in sicurezza i suoi loschi affari. Ma in ogni episodio dovrà sempre fare i conti con Bo e Luke Duke, due giovani abili, furbi e incoscienti, che vivono in regime di libertà condizionata per via del contrabbando di alcool, ma che scoprono sempre tutte le macchinazioni e truffe che Boss Hogg mette in piedi per continuare ad arricchirsi. Particolare fondamentale per le dinamiche della serie è che la fattoria dei Duke è sottoposta a ipoteca e che il terreno su cui sorge sia proprio di Boss Hogg.

FORSE NON TUTTI SANNO CHE….

La storia che ispirò Gy Waldron, ideatore e produttore della serie, pare sia la vera vicenda di Jerry Elia Rushing, del North Carolina che, dall’età di 12 anni spesso affiancato da suo fratello Johnny, e qualche volta dalla cugina Delane, aveva cominciato a fare il corriere per il contrabbando di alcool, utilizzando una versione modificata della Chrysler 300D del 1958. Dalle sue avventure Gy Waldron ha dapprima tratto il film Moonrunners (1975) e successivamente l’intera serie The Dukes of Hazzard.

La Warner Bros era inizialmente scettica davanti alla sceneggiatura di Waldron e fece partire la produzione solo dopo il quinto episodio grazie al grande successo che riscosse nel pubblico televisivo. La realizzazione fu quindi spostata a Hollywood nei famosi Burbank Studios di Los Angeles.

L’unica protagonista femminile della serie è Daisy Duke, l’affascinate cugina dei fratelli Duke con i quali vive, insieme allo zio Jesse, nella fattoria di famiglia. Per questo ruolo la produzione stava cercando un’attrice sullo stile di Dolly Parton, al tempo regina della musica country, ma quando videro Catherine Bach, precipitatasi al casting grazie al suggerimento avuto dal marito David Shaw, produttore televisivo nonché figlio di Angela Lansbury, i produttori ne rimasero talmente colpiti che la assunsero immediatamente. Le sue gambe perfette, esaltate dai celebri mini-jeans che divennero popolarissimi e conosciuti proprio con il nome Daisy Duke Jeans, erano assicurate, durante la serie, per un valore di $ 1.000.000.

Nella primavera del 1982 a causa di alcune divergenze d’opinione tra gli interpreti dei fratelli Duke e la produzione sui diritti di merchandising, i due furono sostituiti. Ma un conseguente calo degli ascolti televisivi fu così drastico da costringere la Warner Bros a cedere alle loro richieste. La loro assenza in alcuni episodi della quinta stagione fu motivata da un loro momentaneo impegno con il campionato automobilistico americano chiamato NASCAR.

Ed è proprio questa categoria di auto da corsa che ha ispirato gli sceneggiatori per la scelta dell’auto divenuta poi un’icona dell’intera serie. La Dodge Charger RT nel 1969 infatti vinse ben 22 delle 54 gare in programma quell’anno. Potente e dalla linea aggressiva era perfetta per sfuggire alle auto della polizia. La sua derivazione dal mondo delle corse costringe i fratelli Duke a entrare dai finestrini anzichè dalle portiere che, per motivi di sicurezza, sono saldate alla carrozzeria.

Tra le caratteristiche del Generale Lee c’era il clacson, una sirena inconfondibile diventata leggendaria, ma fu solo un caso. I produttori, durante un sopralluogo, sentirono quella sirena e se ne innamorarono: fermarono il proprietario dell’auto e sborsarono 5 volte il prezzo di mercato per accaparrarsi il clacson che ha contribuito a costruire il mito del Generale Lee.

Per riuscire a decollare su un cumulo di terra o su una cunetta, le auto erano guidate da una squadra di stuntman da record. A seconda della lunghezza del salto, l’auto doveva essere appesantita nella parte posteriore per compensare il peso del motore in quella anteriore ed evitare di ribaltarsi su se stessa. In genere utilizzavano casse di acciaio.

Durante le riprese sono state oltre 300 le auto distrutte. Nonostante la Charger fosse un’ottima auto non poteva sopportare i salti che rendevano emozionante ogni inseguimento. Per le forti sollecitazioni che provocava l’atterraggio, subiva danni talmente gravi che doveva essere sostituita, arrivando al ritmo di due auto per ogni episodio.

Al termine delle riprese alla Warner Bros erano rimaste 17 auto complete oltre a una quantità industriale di pezzi di ricambio. Così la casa di produzione invitò Wayne Wooten, fan sfegatato della serie, ad occuparsi dello smaltimento di auto e componenti da collezione, a condizione che nessuno si facesse pagare per le apparizioni in pubblico del Generale Lee.

Gabriele Gambini

(nella foto, un’immagine della Dodge Charger RT a Milano)

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