Pubblicato il 10/06/2018, 19:35 | Scritto da Andrea Amato

Mario Orfeo lascia in eredità il successo di Gabriele Corsi su Rai 1

Gabriele Corsi vince la scommessa della conduzione di Reazione a catena su Rai 1

Per commentare un programma televisivo ci sono i numeri, che sono lapidari, e poi l’analisi dello scenario, che a differenza dei dati nudi e crudi è interpretabile. Un buon esempio è il debutto di Gabriele Corsi alla conduzione di Reazione a catena, da sempre feudo dei volti storici di viale Mazzini.

La prima settimana di messa in onda, il preserale di Rai 1 ha registrato questi dati d’ascolto: lunedì 22,11% di share media con 3,6 milioni di spettatori, martedì 20,77% con 3,3 milioni, mercoledì 21,77% con 3,4 milioni, giovedì 22,91% e 3,7 milioni e venerdì 22,82% e 3,4 milioni. L’anno scorso, con la conduzione di Amadeus, tra i tre presentatori più utilizzati nella tv di Stato, Auditel aveva registrato una media share più alta di un paio di punti, ma più o meno lo stesso numero di contatti.

Questo vuol dire che, rispetto a un anno fa, ci sono più competitor forti in quella fascia (Tv8 e Nove per esempio) e infatti la share viene ridistribuita su più prodotti, ma che Corsi non ha depauperato il prodotto in termini di spettatori, e difatti ha sempre vinto con la concorrenza diretta di Canale 5, che a quell’ora manda in onda Caduta Libera con il monumentale Gerry Scotti.

L’analisi di scenario, invece, ci dice che la Rai ha vinto la sua scommessa, investendo su un volto nuovo, arrivato da un lunga gavetta su reti più piccole, ma che al momento del grande salto sull’ammiraglia e davanti a un pubblico ben più “vecchio” e abitudinario rispetto alla sua solita audience si è fatto trovare pronto.

Il cambio generazionale all’interno della Rai è ormai una soluzione non più rimandabile: in un mondo così competitivo, con un’offerta immensa di contenuti e prodotti tv, non si può più contare solo sugli storici, e affidabilissimi, Antonella Clerici, Carlo Conti e Amadeus, anche perché il rischio di overdose è davvero molto vicino.

Ed è così che il direttore generale Mario Orfeo, dato in uscita con l’arrivo delle truppe cammellate giallo-verdi, lascia in eredità una case history non indifferente, quella del successo di Gabriele Corsi, e l’evidenza che si può rischiare, ma con intelligenza, lavorando con i provini e i test, e non con le raccomandazioni o i ricatti dei manager.

 

Twitter@AndreaAAmato

 

(Nella foto Gabriele Corsi)