Pubblicato il 06/06/2018, 12:02 | Scritto da Paolo Madeddu

Wind Music Awards 2018, prima serata: le nostre star, noiose e trionfanti

Wind Music Awards 2018, prima serata: le nostre star, noiose e trionfanti
Ci sono i big della musica italiana, c'è lo share, ci sono i fan deliziati sui social. I WMA sono uno show che piace a tutti. Che importa se è emozionante come un documentario sui piccioni.

Ecco cos’è successo nella prima serata dei Wind Music Awards

I Wind Music Awards hanno due cose interessanti. La prima è che che piacciono a tutti. Piacciono agli artisti, che ritirano premi, gridano «Veronaaa» e annuiscono cicciosi quando Carlo Conti gli ricorda il loro successo immenso e commovente. Piacciono ai fan, che sui social sentenziano che i loro idoli hanno indiscutibilmente spaccato (concludendo immancabilmente il tweet con: «Punto»). Piacciono allo sponsor, che si ritrova un evento che a inizio decennio raccattava 2 milioni di spettatori su Italia 1, e ora vede il brand legato al secondo tv show musicale della Nazione, sulla prima rete del servizio pubblico.

Fedez e J-Ax con carlo Conti

Piace a Rai 1, che può ormai contare su un’audience di 4 milioni di ascoltatori (gli anni scorsi erano anche di più ma non c’era alcuna controprogrammazione) e senza troppa fatica, dato che fa quasi tutto il promoter Friends & Partners. Al quale piacciono perché può approfittare per mettere in bell’evidenza i suoi artisti, cui viene spesso concesso un po’ di tempo in più e una collocazione preferenziale in scaletta (vedi Baglioni, Pausini, Fabrizio Moro, Emma Marrone, Zucchero, Biagio Antonacci) nonché l’opportunità di informare puntigliosamente il pubblico sui propri imminenti concerti (pardon: i propri straordinari concerti).

Piacciono sicuramente a Vanessa Incontrada, che presenta questo show dal 2011 ed è abbastanza a suo agio dal discutere piuttosto a lungo della puzza delle proprie ascelle con Ficarra e Picone (forse l’unico momento non concordato con gli autori del programma) e a Carlo Conti, che si è insediato dal 2012. E piacciono alla città di Verona, che anche grazie a questo show rafforza la ritrovata preminenza dell’Arena nello scenario dei megashow nazionali.

Tommaso paradiso dei Thegiornalisti

Ma dicevamo di due cose interessanti. La seconda cosa interessante dei Wind Music Awards è che dal punto di vista delle emozioni, sono di una piattezza rombante. Ci scusiamo coi fan, che alla sola vista dei propri cocchi dilagano in una serie di «Cioè la bellezza», «Cioè l’amore», «Cioè ciaone» – ma questa manica di star si limita a fare passerella senza nulla che le metta in difficoltà, e senza rischi per la reputazione (Rovazzi, Morandi e Nannini sono sopravvissuti a più di un inciampo vocale l’anno scorso, quindi siamo certi che Fedez e Biagio Antonacci abbiano dormito tranquilli stanotte).

Lollo de Lo Stato Sociale

Quella tensione a volte un po’ tragicomica che si respira a Sanremo è del tutto assente – e va bene che qui sono tutti vincitori di qualcosa (…così ci viene detto), però gli show dei Grammy o Mtv o Brit Awards e via dicendo contengono un elemento di competizione, con gli artisti che cercano di superarsi, di rubare la scena.I nostri giganti cosparsi di incredibile successo invece sembrano più inclini a una confortevole, monocorde adulazione – e i tanti giovani chiamati a dimostrare il rinnovamento del nostro panorama non paiono diversi dai senatori. Carlo Conti, per non ingelosire nessuno, dice sempre le stesse identiche parole: ognuno è presentato come «un campione» e congedato con «veramente forte».

Gue Pequeno ed Elettra lamborghini

Non a caso Laura Pausini, del cui istinto di entertainer c’è da fidarsi, cerca di dare una scossa alla serata lanciandosi in una serie inconsulta di «Porcavacca!!!» e gridando perentoria al pubblico «MadonnaaAA!!!» (…nel senso della blanda imprecazione, non della collega). Pochissimi (per esempio Gabbani, con una versione acustica di Tra le granite e le granate) azzardano performance da musicisti; la maggior parte dei presenti allestisce un insignificante microballetto (persino Cristina D’Avena aveva con sé tre scosciate); si può dire che quello che ha fissato il canone dell’esibizione ai WMA è l’ineffabile Gué Pequeno, che alle twerkatrici dell’anno scorso ha aggiunto l’ereditiera trashona Elettra Lamborghini, che proclamando «Mi culo es verdadero» in prime time sulla rete cattolica ha confermato che la riccanza è la nuova religione d’Italia.

Insieme naturalmente all’adorazione di chi è in cima alla piramide: per chi è rotolato giù, è pronto questa stessa settimana e sulla stessa rete il sadismo di Ora o mai più, il talent dei caduti in disgrazia più volte pubblicizzato mentre sfilavano i premiati. Chissà se tra 10 anni al posto di Valeria Rossi, Jalisse e Alessandro Canino ci sarà qualcuno dei fortissimi campioni visti ieri sera.

 

Paolo Madeddu

 

(Nella foto Sfera Ebbasta)