Cosa sta succedendo alla Siae? Ve lo diciamo noi
Il 13 giugno ci saranno le elezioni Siae
Perché della Siae di questi tempi, sui giornali, si parla poco o nulla, quando invece ci sarebbe molto da dire? O, meglio: perché la Società Italiana Autori ed Editori sta facendo di tutto per non far parlare di sé? Le liste e i candidati in corsa alle elezioni del prossimo 13 giugno per i rinnovi di Assemblea dei Delegati e Consiglio di Sorveglianza sono state presentate alla chetichella, sul proprio sito, senza nessuna comunicazione ufficiale. Non un tweet, non un comunicato indirizzato alle testate nazionali, digitali e non. Niente.
E cosa dire della procedura aperta nei confronti di Siae da parte dell’AgCom? Solo un’ammissione a mezza bocca per una vicenda che potrebbe – anzi, può – avere una risonanza enorme. Perché, parliamoci chiaro: l’istruttoria aperta dall’antitrust già da un anno e oltre riguarda non una bagatella, ma abuso di posizione dominante. Condotta, questa, che di solito viene sanzionata con multe pesanti, anzi pesantissime. E che, quando effettivamente appurata (e sanzionata con un procedimento, che adesso sappiamo per certo esistere) dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato spianerà la strada alla concorrenza – Soundreef in primis – vidimando definitivamente la narrazione del monopolista cattivo che uccide nella culla chiunque tenti di insidiarlo.
A viale della Letteratura, negli ultimi anni, è stato fatto tanto per smantellare l’autoreferenziale moloch burocratico che tutti gli artisti e gli addetti ai lavori conoscevano (o odiavano), e per rendere Siae una società più moderna ed efficiente, titolare sì di un grande e glorioso passato, ma abbastanza lucida e realista da guardare al futuro con umiltà e con tale attenzione alle esigenze di soci e utilizzatori da parere davvero a misura d’uomo.
Questo black-out, tuttavia, non pare un buon segno: quando nei palazzi le porte delle stanze dei bottoni si chiudono, di solito, chi si chiude dentro pensa a salvare sé stesso, non la situazione. E non vorremmo che, dalle parti della Siae, stesse succedendo esattamente questo.
Guglielmo Cancelli
(Nell’immagine il logo di Siae)