Pubblicato il 22/05/2018, 17:04 | Scritto da Tiziana Leone

Fabrizio Gifuni restituisce a Pippo Fava tutta la sua integrità, ma senza farne un peana

Fabrizio Gifuni restituisce a Pippo Fava tutta la sua integrità, ma senza farne un peana
In onda domani in prima serata su Raiuno il film-tv Prima che la notte, interpretato da Fabrizio Gifuni, ripercorre la vita del giornalista ucciso dalla mafia.

A dirigere la fiction Daniele Vicari, al suo esordio in un film-tv firmato, tra gli altri, dal figlio di Fava, Claudio,che è stato interpretato da Dario Aita

Non la solita fiction sulla mafia, ma il racconto della vita di un uomo, giornalista, padre di famiglia, anticonformista, ironico, duro, non un santino, nemmeno un eroe, ma uno capace di sedere davanti a Enzo Biagi in tv e dichiarare che la mafia non è quella che ti chiede qualche lira per il pizzo, ma quella che governa il paese, che sposta l’economia, che gestisce il potere. E infatti una settimana dopo muore. Sotto i colpi della pistola di un killer, spedito dalla mafia a ucciderlo.

La storia di Pippo Fava, giornalista siciliano ucciso con cinque colpi di pistola il 5 gennaio 1984, arriva domani in prima serata su Raiuno nell’anniversario della strage di Capaci. A raccontarla è un “debuttante”, Daniele Vicari,regista di cinema che ha scelto di ricevere il suo battesimo catodico insieme a Fabrizio Gifuni, anche lui attore poco incline al piccolo schermo. Non per una questione di snobberia, ma di rispetto. «Avevo voglia di tornare a fare tv –ammette Gifuni –  Il fatto che non ne abbia fatta tanta dipende proprio dal profondo rispetto e dal timore di diventare un personaggio inflazionato per il pubblico. Io e Daniele Vicari ci inseguivamo da anni. E questa è stata la volta più giusta».

Scritto dal figlio di Fava, Claudio, con Michele Gambino e Monica Zapelli, il film-tv non mostra la mafia che uccide, ma l’uomo che ha una schiena abbastanza dritta da provare a combatterla. «Il film di Daniele ha restituito densità e verità – ammette Claudio Fava – È una storia di mafia, ma i mafiosi nel film non si vedono». Prima di vestire i pantaloni a zampa, fumare le tante sigarette e assumere l’indelebile accento catanese del giornalista che con i suoi editoriali da direttore del Giornale del Sude da fondatore della rivista I Siciliani“firmò” la sua condanna a morte per mano della mafia, Gifuni ha parlato con chi ha vissuto quell’uomo come un padre.

Autore del libro Prima che la notte, scritto con Michele Gambino, da cui è tratto l’omonimo film-tv, Claudio Fava, interpretato da Dario Aita, non ha dovuto raccontare troppi dettagli a Gifuni. Anzi. «Di fronte a Claudio ho sentito quel senso di responsabilità e quel certo imbarazzo che ho provato anche quando ho interpretato Franco Basaglia– ammette l’attore – Succede quando porti sullo schermo personaggi realmente esistiti. Ma ho preferito liberarmene spudoratamente e concedermi quello slancio artistico che avrebbe certamente avuto Pippo Fava».

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto Fabrizio Gifuni)