Pubblicato il 20/05/2018, 17:00 | Scritto da La Redazione
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Erdogan, il nuovo sultano: autocrate o abile statista?

Il documentario andrà in onda lunedì 21 maggio alle 21.50 su History

Statista amato dal proprio popolo. Autocrate senza scrupoli. Sostenitore del terrorismo. Chi è veramente Recep Tayyip Erdogan, attuale capo di stato turco? A questa domanda prova a rispondere il documentario Erdogan, il nuovo sultano, il nuovo appuntamento di History Now, il ciclo di programmazione che History (in esclusiva su Sky al canale 407) dedica all’attualità.

Intervistando studiosi, giornalisti, sostenitori e oppositori di Erdogan, il documentario ricostruisce le principali tappe della sua carriera politica.

Erdogan si formò in ambienti vicini al radicalismo islamico. Ma capì presto che, rimanendo su quelle posizioni, non sarebbe mai riuscito a avere l’appoggio della maggioranza della popolazione e dei militari, pronti a tutto pur di garantire il carattere laico dello Stato. Erdogan ammorbidì i toni della propaganda e divenne un esponente di punta di uno schieramento moderato, fautore di un’integrazione pacifica tra Islam e Stato.

Da sindaco di Istanbul fu un politico pragmatico e vicino alle esigenze della popolazione, differente dall’inefficiente classe politica alla guida del Paese. La visibilità conquistata a livello nazionale e i successi registrati gli permisero di diventare capo del governo. Ma per consolidare il potere doveva aumentare il consenso tra la popolazione e ridurre l’influenza dei militari.

Da una parte si adoperò per far entrare il proprio Paese nell’Unione Europea: alle trattative seguì un notevole incremento degli investimenti occidentali. La Turchia fu protagonista di un vero e proprio boom economico, che consentì ad Erdogan di attuare su vasta scala una politica clientelare. Dall’altra il leader turco cominciò a colpire i vertici militari e dei servizi di sicurezza, sostituendoli con persone a lui favorevoli.

Falliti i negoziati con l’UE, Erdogan intraprese una politica estera sempre più aggressiva che lo vide intervenire in Siria, sostenendo dapprima le milizie anti-Assad, reprimendo la resistenza curda ma avvicinandosi poi alla Russia. All’interno fece ricorso al pugno di ferro per domare l’opposizione politica. Una serie di attentati terroristici e il fallito colpo di stato del luglio 2016 accelerarono l’involuzione autoritaria del regime turco: decine e decine di migliaia di persone vennero arrestate, licenziate o sospese dal lavoro. Messa in ginocchio l’opposizione, Erdogan riuscì finalmente nel suo intento di instaurare e guidare una repubblica presidenziale, dotandosi di amplissimi poteri.

Il documentario andrà in onda lunedì 21 maggio alle 21.50.

(nella foto Recep Tayyip Erdogan)