Pubblicato il 11/05/2018, 19:00 | Scritto da Tiziana Leone

L’Eurovision Song Contest tra vichinghi e moderni Dracula, mostra sempre il bello del kitsch

È un pubblico pacifico quello che ha invaso la capitale portoghese, in attesa della finale dell’Eurovision di domani. Sul palco dell’Altice Arena vanno in scena le prove. E come sempre le esibizioni stupiscono

Il popolo colorato dell’Eurovision Song Contest ha invaso Lisbona,ciascuno con la propria bandiera, con il proprio cantante nel cuore, con il proprio mito da ritrovare. La manifestazione che vede 26 Paesi in gara e che domani si concluderà con la finale in diretta su Rai 1 dalle 20.35, con il commento di Federico Russo e Serena Rossi, anno dopo anno è cresciuta fino a diventare il cult dei social e conquistare oltre 230 milioni di spettatori nel mondo.

A rappresentare l’Italia ci sono i vincitori del Festival di Sanremo Ermal Meta e Fabrizio Moro con il loro brano Non mi avete fatto niente: in scaletta domani sono ultimi, subito dopo Cipro, tra le favorite alla vittoria finale insieme a Israele. Se arrivassero come Francesco Gabbani lo scorso anno, al sesto posto, sarebbero già contenti.

Fu il portoghese Salvador Sobral a portare a casa la vittoria, ma quest’anno il cantante rinnega il suo primo posto e bolla la manifestazione come un ritrovo di canzoni orrende. Lui, sguardo profondo, malato di cuore in cerca di trapianto, che con la sua struggente ballata aveva incantato il pubblico, si è trasformato nel suo stesso carnefice: domani sera si esibirà con Caetano Veloso e chissà se l’atteso duetto gli permetterà di evitare la fitta dose di fischi che gli hanno già promesso.

Troppo sofisticato forse per questo immenso carrozzone dove il kitsch va a braccetto con il pacchiano, dove c’è chi per stupire si veste da Dracula, chi da vichingo, chi dalla brutta copia di Ed Sheeran, senza però avere quella voce in grado di scalare le classifiche. Ognuno porta sul palco il proprio Paese, ciascuno in cerca del “quid” che faccia la differenza.

L’israeliana l’ha trovato nella sua mise da cartone giapponese, con tanto di gatti che salutano con le zampetta, la cipriota nella tuta in lurex infilata in un  corpo mozzafiato che se poi non c’è la voce chi se ne accorge, gli olandesi nel loro elmo vichingo preso in prestito dal Trono di spade, l’estone nel suo vestito da 60 mila euro, il cieco nello zainetto versione Dora l’esploratrice con cui sgambetta sul palco, la slovena nel suo balletto finto rap, la coppia francese nel suo stile da moderni Jalisse, eterno scomodo paragone.

Tra fuochi di artificio, neve artificiale, cascate di fuoco, quattro presentatrici decisamente glamour, lo show imponente sul palco del’Altice Arena, che domani ospiterà undicimila persone, cerca di restituire al suo pubblico quel senso di appartenenza europea che la politica sta cancellando a colpi di Brexit.

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto la cantante cipriota Eleni Foureira)