Pubblicato il 02/05/2018, 19:30 | Scritto da Gabriele Gambini

Dajana Roncione: Buffa, romantica, diva, ecco Jolanda ne La mafia uccide solo d’estate 2

Dajana Roncione: Buffa, romantica, diva, ecco Jolanda ne La mafia uccide solo d’estate 2
Il suo personaggio nella fiction di Rai1 tratta dal film di Pif, i ricordi dell'infanzia, le sfide professionali: l'attrice siciliana si racconta a TvZoom.

Dajana Roncione: Il ricordo più bello della mia Sicilia è mia nonna, dormivo assieme a lei in un letto col materasso di lana in cui si sprofondava

La forza di un’attrice è direttamente proporzionale al grado di suggestione che trasmette a chi la guarda. Dajana Roncione raggiunge gradi alti. Ha il modo di raccontare le cose caldo e loquace della sua terra, la Sicilia, dove è nata trentatrè anni fa. Ma sa proteggere con la dovuta cura i giardini segreti che calpesta quando non è impegnata sul set. Evitando le esposizioni gossippare che possono capitare a chi, come lei, incarna metà di una coppia famosa: Dajana è fidanzata con Thom Yorke dei Radiohead. E la musica, in un certo senso, riguarda anche la sua prossima avventura professionale. Ne La mafia uccide solo d’estate 2, (ogni giovedì su Rai1), occasione arrivata dopo esperienze di fiction come Il commissario Montalbano, Il segreto dell’acqua, Nero Wolfe, è Jolanda, una cantante dai tratti distintivi molto particolari.

Il ricordo della Sicilia che si porta sempre dentro?

Mia nonna. Trascorrevo molto tempo con lei. A volte dormivamo insieme in un letto gigante. Il materasso era di lana. Come lei era un materasso di inizio novecento. Ci si sprofondava! Ricordo il profumo delle lenzuola sempre bianche, lei che mi aiutava a studiare latino. E il “panaro”, che sarebbe il paniere, un cesto di vimini legato a una corda. Quando le serviva qualcosa io scendevo a comprarla. Lei si affacciava al balcone e tirava giù il cesto, che io caricavo con quello che avevo comprato. Ma il vero ricordo indelebile è mia nonna affacciata al balcone, che mi aspetta, sempre preoccupata per qualcosa, non ho mai capito perché. Mia nonna è il ricordo felice della mia Sicilia.

Da il commissario Montalbano a La mafia uccide solo d’estate: due modi diversi di raccontare la Sicilia, con tematiche di grande presa. Quale crede sia la differenza principale nel lavoro su entrambe?

Hanno due stili completamente differenti. Montalbano è incentrato sulla figura del commissario creato da Andrea Camilleri. Uno straordinario antieroe alle prese con la criminalità siciliana: rimanda con uno stile unico a un’ambientazione immaginaria della Sicilia. Oltre al genio dell’autore credo si debba molto a Alberto Sironi, ha saputo tradurlo registicamente. La mafia uccide solo d’estate non ha eroi o antieroi, ma gente comune. La famiglia Giammarrese siamo noi e il fenomeno mafioso riguarda il quotidiano. Come ha detto Pif: la mafia non è solo quella che ti chiede di andare a uccidere qualcuno, ma è quell’entità che ti chiede di accettate un aiutino. Questo volersi chiedere e comprendere che cosa sia davvero la mafia nel quotidiano avvicina il pubblico. Cominciare a farsi domande è una piccola rivoluzione. Sono fiera di aver preso parte a entrambe le serie. Da siciliana lo ritengo un motivo d’orgoglio e sento di far parte di questa piccola rivoluzione.

Il suo personaggio ne La mafia uccide solo d’estate.

Si chiama Jolanda Rubino. Un personaggio anti convenzionale. Quando interpreti personaggi del genere puoi osare. A me piace osare. È uno spirito libero, viene descritta come una sorta di diva. È una cantante che ambisce a diventare una grande artista, ama la poesia. Ed è buffa! Tanto romantica. Attirerà l’attenzione di Massimo e, suo malgrado, anche della mafia.

Una cantante alle prese con canzoni da interpetare?

Le canzoni che il mio personaggio interpreta sono state create da Santi Pulvirenti. Lo vorrei ringraziare, così come vorrei ringraziare Luca Ribuoli che ha saputo creare una serie capace di rompere gli schemi.

Lo stato dell’arte nella fiction italiana: la lunga serialità oggi sta vivendo un grande momento grazie anche alle serie internazionali e allo streaming. La qualità del lavoro per un’attrice è migliorata?

Penso di sì. Le lunghe serialità ti permettono di lavorare più a fondo su un personaggio. La qualità del lavoro di un attore dipende più di tutto dal tempo che si ha a disposizione e dalla pratica costante. La lunga serialità offre esattamente questo.

Quando ha scelto di diventare ciò che è? Aveva un piano B se le cose non fossero andate per il verso giusto?

Ho rischiato. Rischio ancora ogni giorno. Non esiste un piano B, non ancora. Mi arrangio e mi arrangerò qualsiasi cosa accada. So che questo è il mio mestiere. So che è un mestiere molto difficile ma lotto per il privilegio di poterlo fare. Ho scritto anche un soggetto, il mio sogno è quello di realizzare un mio progetto cinematografico.

La città in cui vorrebbe vivere.

Mi piace l’Islanda. Ma sono felice di vivere tra l’Italia e l’Inghilterra.

 

Gabriele Gambini

 

(Nella foto, Dajana Roncione in una foto di James Reese)