Pubblicato il 27/04/2018, 19:03 | Scritto da Gabriele Gambini

Valentina D’Agostino: Ne La mafia uccide solo d’estate la mia Patrizia attende la felicità

Valentina D’Agostino: Ho raccontato la mia Sicilia in tre occasioni diverse: La mafia uccide solo d’estate, Il giovane Montalbano e Liberi Sognatori

Valentina D’Agostino. Siciliana. Trentacinque anni. Segno zodiacale: Vergine. Un florilegio di meticolosità, per chi crede ai tratti distintivi caratteriali estrapolati col filtro delle furbate astrali. «Mi metto in discussione di continuo, quella è la mia vera pecularità», dice lei. E aggiunge: «Non sempre è un pregio». Ma il suo mettersi in discussione l’ha portata lontano. Per lo meno sul lavoro. Diploma di recitazione all’Accademia Teatro Biondo Stabile di Palermo, primi passi nella fiction, aumento della popolarità grazie a Piper. Anno 2009. Poi sono arrivati Un passo dal cielo, un’incursione ne Il giovane Montalbano, la seconda stagione de I Borgia. E ancora: Liberi Sognatori, ispirato alla vicenda di Libero Grassi, e La mafia uccide solo d’estate, al giovedì su Rai1, la seconda stagione della serie tratta dal film di Pif.

L’evoluzione di Patrizia nella seconda stagione de La mafia uccide solo d’estate?

Patrizia, da neo moglie, dovrà affrontare gioie e dolori del suo matrimonio. All‘inizio sicuramente più dolori, Massimo e la fedeltà non vanno proprio a braccetto. Poi le gioie arriveranno.

Ha recitato ne Il giovane Montalbano, ne La mafia uccide solo d’estate e nella fiction su Libero Grassi. Tre modi diversi di raccontare aspetti della Sicilia, la sua terra. Quali differenze ha trovato nelle tre produzioni e nel modo di affrontare le tematiche?

Tre esperienze per raccontare la Sicilia nel bene e nel male. L’esperienza più significativa è stata quella de Il giovane Montalbano. Ho amato Viola, il mio personaggio, scritto dalla penna di Camilleri. L’ho sentita parte di me, così fragile, eppure forte. Così piena di dolore. Ne porto ancora il ricordo. Gianluca Tavarelli e Michele Riondino sono compagni di lavoro unici. L’esperienza più divertente e formativa è stata invece La mafia uccide solo d’estate, sul set ho appreso tantissimo. Il regista Luca Ribuoli mi ha permesso di improvvisare e sperimentare, gliene sarò sempre grata. In Libero Grassi interpreto il ruolo della capo operaia dell‘azienda di Libero, una donna realmente esistita: un ruolo rispetto al quale mi sono approcciata con riguardo e grande stima.

Ha partecipato alla fiction I Borgia. Qual è il tratto distintivo di una produzione internazionale?

I Borgia è stato un tuffo durato due anni in una grande produzione internazionale. Mi sono ritrovata in mezzo ad attori da tutto il mondo con alle spalle esperienze professionali ricchissime. Ricordo bene i dettagli di quello che è stato un’autentico viaggio nel ‘500: i costumi, le ricostruzioni architettoniche. Oltre al recitare in lingua inglese. Potrei stare ore a parlare della mia esperienza ne I Borgia. Senza retorica, aggiungo che non esistevano divismi, si lavorava sodo e col sorriso sulle labbra.

Il primo ricordo di carriera che le ha cambiato prospettiva.

I primi passi, la scuola di teatro: è stato il tempo in cui ho messo a bada il mio “io”, e ho iniziato a conoscermi davvero.

Quando ha capito che avrebbe fatto di mestiere l’attrice? Aveva un piano B?

Non ho mai capito di voler fare l ‘attrice. Però non ho un piano B. Semplicemente, recitare è la mia passione, la mia idea di libertà.

Prospettive di carriera per un’attrice in Italia rispetto al passato: sono aumentati i ruoli femminili che non siano soltanto comprimari?

Ora come ora, i ruoli maschili sono preponderanti per varie ragioni, succede anche a teatro. Mettiamola così: personalmente preferisco un ruolo secondario dove posso davvero esprimermi, plasmare un personaggio forte e ricco, piuttosto che un ruolo da protagonista di cui magari non mi importa nulla.

La città che la rappresenta di più.

Non è Roma, non è Palermo. Devo ancora scoprirla. Un attore è incline al nomadismo.

Il progetto lavorativo che sogna un giorno di realizzare.

Mi sarebbe tanto piaciuto interpretare l’eroina rinascimentale Beatrice Cenci. Ma lei era molto giovane. Forse adesso è troppo tardi.

 

Gabriele Gambini

 

(Nella foto Valentina D’Agostino)