Pubblicato il 13/03/2018, 18:04 | Scritto da Gabriele Gambini

Hitler contro Picasso e gli altri: l’ossessione dei nazisti per l’arte

Hitler contro Picasso e gli altri: l’ossessione dei nazisti per l’arte
La storia del saccheggio di opere d'arte espressione di correnti non allineate col regime nazista non è solo una drammatica vicenda di un periodo buio: mostra il legame tra il territorio e la cultura. Tutto questo è raccontato con voce narrante di Tony Servillo nel docu-film nelle sale il 13 e 14 marzo, e poi su Sky Arte.

Hitler contro Picasso e gli altri è diretto da Claudio Poli, sarà nelle sale cinematografiche su distribuzione Nexo Digital il 13 e il 14 marzo, e in onda su Sky Arte nella seconda metà del 2018

L’arte come imitazione della vita, ma anche come anticipazione di un futuro possibile, rappresentato da quelle avanguardie culturali che i nazisti proprio non digerivano: Vasilij Kandinskij, Henry Matisse, Otto Dix, Pablo Picasso e molti altri. Così diversi tra loro, avevano in comune l’essere stati bollati come degenerati da Hitler e dai suoi luogotenenti. Il motivo è presto detto. Sta in una frase di Picasso: «L’artista è un politico, la pittura uno strumento di guerra offensivo o difensivo contro il nemico».

Per vincere la sua guerra contro il mondo, il Terzo Reich si diede un gran da fare. Puntando a cancellare le correnti artistiche non allineate all’obiettivo funzionale del regime: l’arte come veicolo comunicativo di istanze pangermaniche.

Iniziò così un saccheggio sistematico, ben coperto dai media compiacenti, di gallerie, case private, soprattutto ebree. Rimpinguando le casse dello stato tedesco, vendendo oltre seicentomila tra quadri e sculture. Naturalmente il Furher tenne per sé le opere più interessanti, e diede mano libera al gastronomicamente irrisolto Hermann Göring, suo braccio destro, alla gestione delle restanti. Göring non si fece pregare. Il gerarca era avido di ricchezza, vagheggiava una vita estetizzante capace di ricalcare l’esistenza terrena di quell’aristocrazia teutonica secolare che forse non aveva granché a che spartire con lui. In pochi anni si intascò l’Astronomo di Vermeer, la Madonna con Bambino, il Ritratto di Bismarck. Venne anche infinocchiato con opere rivelatesi false, ma poco importa. Quel “bue ciccione”, secondo la definizione di Galeazzo Ciano, se la prese soprattutto coi collezionisti ebrei, deprendandoli e spedendoli nei lager. Permettendo al sodale Goebbels di inaugurare nel 1937 la Mostra d’Arte Degenerata, contraltare a base di cubismo, impressionismo e astrattismo della purezza della “vera” arte tedesca. Quella ariana.

Poi la Seconda Guerra Mondiale finì, molte opere trafugate vennero parzialmente recuperate in casa di mercanti d’arte collusi col regime. I “Monuments men” le riportarono alla luce, ma non le restituirono ai legittimi proprietari. Tant’è che la collocazione di molte di esse è ancora misteriosa.

Hitler contro Picasso e gli altri, diretto da Claudio Poli, nelle sale cinematografiche su distribuzione Nexo Digital il 13 e il 14 marzo, e in onda su Sky Arte nella seconda metà del 2018, racconta tutto questo con la voce narrante di Toni Servillo. Parla dei Rothschild, dei Gutmann migrati negli Stati Uniti d’America e là diventati Goodman. Tra gli altri protagonisti, c’è Edgar Feuchtwanger: nel 1929 fu vicino di casa di Adolph Hitler, qualche anno prima che suo padre fosse deportato a Dachau, mentre dalla loro casa venivano sottratti mobili, libri preziosi, rarità artistiche.

L’operazione di recupero che porta avanti l’avvocato italoamericano Christopher Marinello – con lo studio Art Recovery International ha seguito alcuni casi tra i più eclatanti – viene resa manifesta dall’efficacia del docu-film. Durante la presentazione, Marinello ha osservato: «L’ossessione dei nazisti per l’arte è stata innanzitutto un’arma utilizzata per depredare i patrimoni degli ebrei. Ma anche per privarli della loro cultura e della loro identità di popolo, perché questa è l’arte: un modo per ricongiungersi con le proprie radici».

 

(Nell’immagine la locandina di Hitler contro Picasso e gli altri)