Pubblicato il 09/01/2018, 16:33 | Scritto da Tiziana Leone

A Sanremo Baglioni, Hunziker e Favino presentano il Festival della rivoluzione

Un Sanremo meno televisivo, niente super ospiti hollywoodiani e nemmeno inutili presenze slegate dalla musica. Baglioni detta le sue regole

Claudio Baglioni in doppiopetto grigio, Pierfrancesco Favino in completo grigio e Michelle Hunziker in jeans e camicia: seduti al teatro del Casinò raccontano il loro Festival di Sanremo, costretti a fare i Conti con il passato e pronti a farlo con cento colpi di musica. Baglioni, in quanto direttore artistico, conduce il gioco, parla di musica, risponde alle domande sul cast, sulla scenografia, sui comici. Favino sfrutta l’errore del direttore del Casinò che lo ha appena battezzato Pierfranco per scherzare. La Hunziker, raggiante, dà già l’idea che sarà lei a trainare il carro.

«Avete capito la solidità della Hunziker ? – sottolinea Baglioni -. Questo ci dice come ormai il mondo sia delle donne, noi siamo il sesso artistico debole». «Sono semplicemente entusiasta», ribatte lei che porta in dote a questo Festival un Sanremo già condotto nel 2007 con Pippo Baudo, «anche se spero di non aver la stessa emozione di allora, quando avevo 30 anni». Si capisce subito che questo sarà un Festival poco televisivo e molto musicale. Diverso dal passato a partire dalla scenografia, interamente bianca e concepita «come un auditorium da concerto», spiega Baglioni, che da architetto ha dato le indicazioni alla scenografa Emanuela Trixie Zitkowsky.

E poi via gli inutili super ospiti hollywoodiani «che molte volte non hanno portato grande artisticità sul palco – taglia corto il direttore artistico -. Spesso erano vacanze romane intese come sanremesi, non credo che Sanremo debba ospitare di tutto, ma tutto deve essere al massimo livello e avere un’intonazione». Ci saranno i comici. «Alcuni nomi – dice -, li stiamo cercando, altri arriveranno a sorpresa, ma ora non li dico nemmeno sotto tortura».

Niente ospiti inutili nemmeno dal mondo dello sport, la regola di Baglioni è che arrivi solo chi ha a che fare con la musica. «Non ci saranno gli ingredienti delle super trasmissioni televisive, riportiamo al centro la musica popolare italiana e i suoi linguaggi». Concetto che vale anche per i big stranieri che arriveranno. Si fanno i nomi di Liam Gallagher e Sting. «Li confermo tutti se lo confermano anche loro – sorride Baglioni –. Vogliamo che anche gli artisti stranieri vengano a suonare e cantare qualcosa che abbia una matrice italiana».

Per Michelle Hunziker l’intento è anche quello di portare all’Ariston tematiche femminili, dopo i Golden Globes e il discorso carismatico di Oprah Winfrey la strada è segnata. «Mi piacerebbe portare a Sanremo un momento dedicato alla femminilità, alla forza delle donne, al senso di squadra non in modo retorico, ma con speranza – sottolinea la conduttrice -. Snocciolarlo in maniera diversa rispetto ai Golden Globes, mi è piaciuta molto Oprah, ma noi in Italia abbiamo tanti altri argomenti da portare». Per Favino invece il palco di Sanremo sarà un nuovo battesimo. «Mi ha convinto l’idea di riuscire a fare spettacolo, non mi voglio limitare e la sfida è la cosa più bella che ti possa esser proposta soprattutto in un palco così importante – dice –. Vorrei farmi conoscere per i miei tanti aspetti. Vorrei offrirli senza pudore, con la voglia veramente di divertirmi. È un nuovo battesimo. Da fan del Festival da quando sono bambino è una specie di cerchio che si chiude. Ma visto che hanno parlato del Banderas italiano, volevo dire che non parlo con le galline».

Eppure la porta della conduzione per questo Festival che si annuncia rivoluzionario, anche perché è il numero 68, potrebbe essere ancora aperta. «Il Festival potrebbe avere porte aperte – ammette Baglioni –. È un lavoro in progresso, mi hanno detto che di solito si prepara in un anno, noi ci abbiamo lavorato dai primi di ottobre, quasi sei mesi in meno e in questo senso mi piace pensare che da qui a poco meno di un mese possano esserci ancora novità». Anche il Dopofestival è ancora in cerca di conduttore, anche se l’identikit che Baglioni ha in mente assomiglia molto a quello di Stefano Bollani. «Ci terrei che fosse una sorta di Sanremo notte, un posto dove andare a parlare di quello che è accaduto nel durante Festival e magari dove fare altra musica».

Al direttore di Rai 1, Angelo Teodoli spetta il compito di snocciolare i numeri, partendo dai punti di share: «Sarà un Festival meno televisivo e più artistico, sul palco ci saranno tre artisti e non tre conduttori e questa è una cosa nuova. Sulle previsioni di share siamo prudenti, speriamo in un 40% ma cercheremo di superarlo». Poi i costi e la pubblicità: «Abbiamo raggiunto quasi 25 milioni di euro di pubblicità, contiamo di arrivare a poco più di 26 come lo scorso anno. I costi sono poco più di 16 milioni come lo scorso anno». Quanto alla politica e alla par condicio: «I politici e i candidati non potranno salire sul palco fatta eccezione per le figure istituzionali del comune di Sanremo legate alla convenzione». E se Pippo Baudo inventò lo slogan «Perché Sanremo è Sanremo», Baglioni ne conia uno nuovo di zecca:«Sanremo non ti temo».

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto Claudio Baglioni)