Pubblicato il 08/01/2018, 18:01 | Scritto da Tiziana Leone

Alla conferenza stampa di Michele Santoro le domande scomode le fa il consigliere Rai Carlo Freccero

Alla presentazione di M, quattro puntate monografiche sull’attualità condotte da Michele Santoro su Rai 3, le domande più spigolose le pone Carlo Freccero

È una conferenza stampa surreale. Perché la domanda su come mai Michele Santoro torni su Rai 3 con solo quattro puntate di M giovedì in prima serata a ventidue anni dalla sua ultima volta con Tempo Reale, senza una continuità, in una Rai che invece avrebbe estremo bisogno di informazione in prima serata, non la fa un giornalista seduto nella sala degli Arazzi, ma Carlo Freccero, consigliere di amministrazione Rai seduto in prima fila.

«Trovo che sia assurdo che Michele non abbia questa continuità», sentenzia. Qualche sedia più in là, sempre seduto in prima fila c’è il direttore generale della Rai, Mario Orfeo. Impassibile. Santoro sorride, guarda Freccero, con cui ha condiviso anni di tv di Stato e replica: «Quello che dice Freccero appartiene al buon senso, ma bisogna tener conto di cosa sono io oggi: l’anno scorso ho fatto un film come Robin Hood che è andato a Venezia, capisco che non ha lo stesso impatto della tv, ma mi ha riempito di soddisfazione. Poi se un progetto come M nato per Rai 2 l’anno scorso è andato in onda a luglio, non dipende da me. La questione è che ti misuri sempre con un budget, l’anno scorso non ho guadagnato un euro eppure sembrava guadagnassi più di Fazio. La mia passione per la tv è rimasta inalterata, non capisco perché la Rai non voglia dirmi di provare a costruire un programma con una linea continua in onda tutto l’anno, con risorse interne Rai, prendendo quel poco di know how esterno. Oggi io sono in un incastro contrattuale che è stata un’operazione di bravura da parte di chi l’ha fatta, quando lavoravo in Rai ero un padre eterno oggi sono sottoposto a qualunque genere di controlli. Mi piacerebbe fare il consulente per un programma fatto da giornalisti Rai, perché condurre trenta puntate non mi interessa più, anche se nessuno me l’ha mai proposto. Se la Rai troverà degno che io faccia parte di una nuova strategia aziendale, facciamolo».

Come dire, io sono qua, chiamatemi. Freccero recepisce, guarda accanto a sé, Orfeo è sempre lì. «Mi piacerebbe aprire un dibattito su questo tema visto che c’è anche il direttore generale Orfeo, a cui possiamo dire tutto con trasparenza». Il sorriso di Orfeo si allarga ed ecco la replica: «Qua si stravolgono i canoni, in questa conferenza abbiamo un consigliere di amministrazione che fa il giornalista, allora la prossima volta in Cda portiamo i giornalisti». Fine del dibattito.

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto Michele Santoro)