Pubblicato il 27/12/2017, 13:01 | Scritto da La Redazione

Chili: la famiglia Lavazza acquisisce il 25% delle azioni

Chili: la famiglia Lavazza acquisisce il 25% delle azioni
Non solo caffè: la famiglia Lavazza acquisisce un pacchetto azionario pari al 25% di Chili ed entra nel mercato dei contenuti video on demand. Così su "Il Sole 24 Ore".

La famiglia Lavazza ha acquisito il 25% dello streaming Chili

Rassegna stampa: Il Sole 24 Ore.

La famiglia Lavazza – che controlla l’azienda produttrice di caffè – ha acquisito, per circa 25 milioni di euro, il 25% delle azioni del servizio di streaming italiano Chili.
Lo ha anticipato il Financial Times, ma lo conferma la stessa Luigi Lavazza Spa, specificando che l’investimento in Chili spa «è stato effettuato da una holding finanziaria riconducibile alla famiglia Lavazza». Lavazza diventa, così, uno dei principali investitori di Chili insieme a Sony Pictures Entertainment, Viacom e Paramount Pictures. Chili è stato fondato nel 2012 a Milano, ha circa un milione di utenti e si sta espandendo nel resto d’Europa. Tra i suoi azionisti ci sono anche il direttore di Lvmh, Antonio Belloni, il finanziere Francesco Trapani e la famiglia Passera.

Chili è una piattaforma streaming che opera nel cosiddetto Tvod (transactional video on demand), che è il video on demand di tipo “transazionale”. In pratica, un’evoluzione dell’home video tradizionale con contenuti che vengono pagati di volta per volta e senza sottoscrizione di abbonamento come nel caso di Netflix o Infinity o Now Tv o TimVision.

Con questa operazione, la composizione azionaria di Chili vede intorno al 32% i fondatori che utilizzano il veicolo “Brace”(ovvero Stefano Parisi e l’attuale amministratore delegato della società, nata da una costola di Fastweb nel 2012 Giorgio Tacchia), Lavazza diventa il 2° azionista, davanti a un gruppo di investitori finanziari ( con circa il 30% suddiviso tra Investinchili, in cui ci sono varie persone fisiche, Negentropy – fondo basato a Londra –, il fondo Antares di Stefano Romiti e altri privati) e, infine, le major –Sony, Paramount, Viacom e Warner Bros – poco sotto al 15 per cento.

 

(Nell’immagine il logo di Chili)