Pubblicato il 19/12/2017, 17:35 | Scritto da Tiziana Leone

Maurizio Battista: Certi comici parlano male di politici e banche, poi sono peggio di loro

Maurizio Battista è tornato ieri su Comedy Central con Battistology 2, otto puntate in cui affronta i sette vizi capitali più uno. Ma in quest’intervista a TvZoom si leva parecchi sassolini dalle scarpe

Maurizio Battista si fa prima a trovare i vizi o le virtù degli italiani?

«I vizi. Le virtù le avremmo e anche tante, ma purtroppo non ce ne accorgiamo, non siamo capaci di difenderle né di esaltarle. E’ il nostro cruccio. Le virtù sono come l’eredità, farla è difficile, mantenerla impossibile. Mio nonno da solo ha fatto una casa, in sette nipoti ce la siamo venduta».

Perché in Battistology racconta sette vizi più uno?

«Perché l’ottavo è il matrimonio».

Torna a parlare di matrimonio?

«Nella vita mi sono sposato tre volte, mi devo fa capì dalla gente se no ci cascano loro».

Qual è il vizio peggiore?

« L’invidia. E’ brutta e danneggia chi è invidioso. E’ un vizio inutile».

Lei è invidioso?

«Sì sono invidioso dei miei colleghi che in teatro seduti in prima fila hanno il padre e la madre. Io non li ho più da anni. D’altronde la vita è questa, ora mi ha dato una piccoletta di 15 mesi che si chiama Anna, come mia madre».

Ed è molto invidiato?

«Tutto quello che ho adesso è frutto del mio lavoro, la mia è una fatica quotidiana, non c’è niente di regalato: ho avuto tante cose brutte nella vita, ma anche tante belle. So che in certi posti non sono ben accetto, non ho buona stampa, chi scrive preferisce quei comici radical-chic che fanno tre persone in teatro con un genere che piace solo a loro. Io in teatro faccio centomila persone tra chirurghi, meccanici, professionisti e operai».

Nei tuoi spettacoli alla politica preferisci la società, perché?

«Negli anni ’70 mio padre prendeva il tram per andare a lavorare alle 4 di mattina, ma ora sono cambiati i tempi: mi fanno ridere stì politici che dicono che i negozi devono stare chiusi di domenica, ma poi mancano i posti di lavoro. Chi decide non ha mai avuto un negozio, non ha mai sollevato una serranda in vita sua. La vita quotidiana parla un’altra lingua, non quella della politica».

Qual è la fonte di ispirazione maggiore per la tua comicità?

«La mia esperienza. Conosco quello che dico, per strada abbraccio la gente, non vado a sfruttare le persone chi intervisto, a me del cosidetto jet set non me ne frega niente».

Hai trovato tante porte chiuse durante il tuo percorso professionale?

«Non ho trovato tante porte chiuse, ne ho trovate poche aperte. Ma a questo punto manco mi interessa, me le apro da solo se mi interessa aprirle. Mi piace far ridere la gente, però mi piace tenere la mia dignità, non vado a fare il buffone se una cosa non mi convince. Neanche se me lo chiede Proietti».

E cosa non ti piace?

«Non mi piace dire cose in cui non credo o che non conosco solo per accarezzare il pubblico. Certi comici parlano male dei politici e delle banche poi sono peggio di loro, ci vanno a cena insieme. Io non ci vado. Io parlo di sociale, non mi interessa il colore politico. La sindaca di Roma, Virginia Raggi è un avvocato, ma non è detto che abbia in mano la logica. Quando leggo che vuole fare la spiaggia a viale Marconi non posso non ridere, ma come le salta in mente? Lei fa la spiaggia e la gente normale seconde lei si butta al Tevere? Quello prima di lei voleva fare la pista di Formula Uno, ma se nemmeno riusciamo a fà un albero di Natale? Per questo dovremmo fermarci e lasciare tutto com’era negli anni ’50. Più stiamo fermi e meno danni facciamo. Se moltiplichi la condizione di Roma a livello nazionale ti trovi un paese di merda».

Qual è il segreto di un comico?

«Deve essere voluto bene, se non ti vogliono bene ti vengono a vedere uguale, però c’è un impatto diverso, la gente capisce che stai fingendo»

Cosa ti fa ridere?

«Le persone per strada. E mia moglie, la terza, altro che i grandi autori della tv. Io ci sto spesso in Rai, una volta gli autori erano degli intellettuali, ora sono ragazzetti, magari laureati in filosofia e infatti le trasmissioni sono fallimentari. Due settimane fa sono stato a Domenica in, ho capito che livello di incompetenza c’era. Due signore radical chic come possono fare una cosa popolare? La può fare la D’Urso che in questo è una testa di serie, ti può piacere o no, ma la cagnara la sa fare»

Nella tv generalista c’è poco spazio per la comicità come la tua?

«Dimmi una cosa, ma a te Gene Gnocchi te fa ridere? A me no, ride solo lui, a 60 anni e rotti anni c’è la dignità che ti deve servire da freno. Ecco io Gene Gnocchi non lo capisco. La scuola ti può promuovere, ma la vita ti boccia, le persone non pagano il biglietto per venirti a vedere a teatro».

La tv però regala notorietà…

«Gli spettatori di Comedy io li trovo al teatro, quelli di Raiuno invece ti guardano in tv, ma non vengono, è un pubblico che non si muove. E’ faticoso andare al teatro. Per questo durante il mio spettacolo al teatro Olimpico quest’anno regalerò un libro “Arrivederci Roma”: ho comprato 100 foto di Roma bellissime e le altre 100 le ho fatte io solo nel mio municipio, con immagini significative tipo un secchione col frigo affianco alla bellezza della città. Ecco, il mio spettacolo è fatto anche di questo, vivo di emozioni più che di soldi».

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto Maurizio Battista)