Pubblicato il 03/12/2017, 12:01 | Scritto da La Redazione

Intercettazioni e bonifici sui diritti tv

Gli avvocati: «l’intercettazione nulla ha a che vedere con il mondo del calcio e riguarda una vicenda personale»

 

Rassegna Stampa: Corriere della Sera, pagina 27, di Luigi Ferrarella

 

L’inchiesta

Intercettazioni e bonifici sui diritti tv

Il caso Galliani

 

 

Sette mesi fa, pur nel negare l’arresto del distributore estero dei diritti tv calcistici Riccardo Silva e di Marco Bogarelli (ex numero uno di Infront, società advisor della Lega Calcio nella vendita dei diritti tv 2104-2016), e pur nel bocciare la tesi di una «associazione a delinquere» prospettata dai pm anche sulla scorta delle intercettazioni di dirigenti del calcio come l’allora vicepresidente della Lega Calcio Adriano Galliani o Enrico Preziosi, il gip Manuela Accurso Taga-no aveva però additato l’esistenza di una «lobby del calcio»: tessuta, a suo avviso, «in violazione dei principi di imparzialità» da «frammentati accordi commerciali tra singoli soggetti scollegati», nel quadro di quella che per i pm era «una sfera di nascosti interessi finanziari comune agli interlocutori». Ieri La Stampa e II Secolo XIX — riavvolgendo la moviola di un film senza «the end» per la Procura dopo che anche il Tribunale del Riesame il 20 luglio aveva respinto gli arresti e persino parlato di «disintegrazione dell’accusa» — si sono concentrati su uno dei fotogrammi passati. E cioè la moglie di Galliani, Malika El Hazzazi, destinataria un anno fa di due bonifici all’estero di 25.000 euro da Andrea Silva, ex manager della società «MP e Silva» del quasi omonimo Riccardo Silva: «Senti signora — le aveva preannunciato scherzando Galliani il 5 dicembre 2016 — un tuo amante straniero ha fatto una roba venerdì da 25, verifica quando arriva e cosa arriva, avvisa chi di dovere, sono molto geloso». La GdF aveva esposto ai pm la propria idea di «forte criticità» in una informativa del marzo 2017: «La fuoriuscita di Bogarelli da Infront (a causa dell’inchiesta, ndr) ha di fatto determinato la necessità di individuare un nuovo punto di riferimento, questa volta direttamente in seno alla Lega, cui delegare la vendita dei diritti tv». Ma a lasciar intuire che gli accertamenti sulla causale dei bonifici avessero reso più friabile l’ipotesi era già il fatto che i pm nemmeno vi avessero fatto cenno nel chiedere (invano) due volte l’arresto di Riccardo Silva. Ieri la «MP e Silva» fa sapere che «non ha la benché minima idea di cosa si tratti», mentre per Galliani gli avvocati Niccolò Ghedini e Leandro Cantamessa aggiungono che «l’intercettazione nulla ha a che vedere con il mondo del calcio e riguarda una vicenda personale», che per privacy di Galliani non intendono specificare ma asseriscono «trasparente e ampiamente documentata». Giudiziariamente nulla è cambiato: né Galliani né Andrea Silva sono indagati.

 

(Nella foto, un’immagine di archivio)