Pubblicato il 02/12/2017, 14:01 | Scritto da La Redazione

La Rai va indietro tutta

Un ritorno al passato per lanciare il futuro. Con Arbore

 

 

Rassegna Stampa: Libero, pagina 27, di Enrico Paoli

 

Viale Mazzini festeggia i 30 anni dello show

LA RAI VA INDIETRO TUTTA

Un ritorno al passato per lanciare il futuro. Con Arbore

 

E va bene che l’amarcord tira sempre. Che le Teche Rai sono una miniera inesauribile di perle da riscoprire (e persino da scoprire in certi casi). Per non dire del fatto che la tv non è più roba per giovani, essendo questo un Paese per vecchi, ma non è certo con la retromarcia ingranata che si vincono le sfide. Insomma, ai telespettatori piace sempre rivedere Renzo Arbore e il circo Barnum che ha reso unici i suoi spettacoli, ma se la tv (in questo caso la Rai) vuole riconquistare i giovani, sarà bene che innesti la quinta e inizi a correre. In avanti non «Indietro Tuttta», sperimentando, sacrificando sull’altare dello share indici di ascolto e target, in nome dalla qualità. Che dovrebbe essere l’unico faro di riferimento. Perché se oggi la Rai decide di celebrare in grande stile i primi 30 anni di «Indietro Tutta», il leggendario programma di satira sulla tv, ideato, pensato e condotto da Renzo Arbore, lo deve al fatto gli ascolti, allora, non erano un dogma mentre la qualità (ma sarebbe meglio dire l’intelligenza e la creatività) era l’unico punto di riferimento. E per celebrare questo anniversario «tondo», come lo definisce Viale Mazzini, che giovedì prossimo metterà in piazza i dettagli delle serate speciali in onda su Rai Due, Renzo Arbore e Nino Frassica torneranno a darsi la «linea». Le serate evento, condotte dalla brillante e briosa Andrea Delogu, saranno l’occasione «per ricordare» quanto fosse bella quella tv «a chi quella stagione l’ha vissuta. E, soprattutto, saranno il pretesto per raccontare a chi non c’era cosa è stato un programma al tempo stesso «popolare, nazionale ma anche ricercato e molto amato dalla critica». «Capace di incidere sul costume italiano», come sottolinea la Rai, «con i suoi tormentoni e modi di dire». Tutto vero, tutto drammaticamente vero. E non perché roba di 30 anni fa (dunque eravamo più giovani) ma perché nei 30 anni successivi non c’è stato più nulla di simile. E come se ad un dato punto della storia si fosse chiusa una finestra temporale, e dal piccolo varco rimasto fossero autorizzati a passare solo format comprati all’estero e programmi belli fuori ma vuoti dentro. Il momento d’invertire il campo magnetico è arrivato. Lo stesso Renzo Arbore, qualche mese fa, in occasione dei nuovi programmi della Radio spiegò di aver presentato al vertice della tv pubblica vari progetti, contenenti idee e bozze di programmi. Allora l’attuale direttore generale, Mario Orfeo, si era appena insediato e spiegò che quelle cartelline le avrebbe messe in evidenza togliendole dalla pila dei progetti da visionare. La speranza è che lo abbia fatto davvero è che questa celebrazione, questa importante riproposizione, altro non sia che l’antipasto del nuovo che sta per arrivare. Arbore, con la sua magia, è ancora capace di creare televisione di qualità, esulando dagli schemi unti e bisunti ai quali sono avvinti come l’edera quei conduttori che hanno come prospettiva temporale il solo rinnovo del contratto. Ragione per la quale non sperimentano e non innovano. Dunque non rischiano. Mai. «Indietro tutta 30 e l’ode» andrà in onda su Rai Due lunedì 11 dicembre alle 21,20, con anteprima alle 21,05. E mercoledì 13 dicembre alle 23,30. Per gli amanti del genere un’occasione da non perdere. Per gli esperti di televisione, una grande occasione per riflettere.

 

(Nella foto, Renzo Arbore ai tempi di Indietro Tutta)